LA MORTE ED IL RICORDO

SUL CAMMINO PER RICORDARE

Ho fatto il cammino dopo la morte di Lorenzo. Alla Croce di Ferro ho lasciato un suo ricordo. Ho provato gioia. Forse ho sentito di averlo liberato dal dolore che ha lasciato su questa terra. Penso soprattutto ai genitori ed alla sorella.

Ora parto di nuovo sul Cammino e per pura combinazione , consegnando le credenziali  a Marco che ha perso il figlio di 14 anni, ciclista investito da un’auto quando si allenava con la sua squadra, ed  a Andrea e Gisella che hanno perso i propri congiunti , mi sento di dedicare a loro  tutti, questo  cammino che inizia domani. A Santiago arriverò la stesso giorno di Marco.

Cosa dire loro: impossibile avere le parole giuste! Si dice che il dolore   impedisca allo spirito del defunto di rendersi libero. Le mie parole sono inutili ed allora chiedo aiuto a Sant’Agostino

 

Se mi ami non piangere!
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento
in questi orizzonti senza fine,
e in questa luce che tutto investe e penetra,
tu non piangeresti se mi ami.
Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio,
dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli
al confronto. Mi è rimasto l’affetto per te:
una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Sono felice di averti incontrato nel tempo,
anche se tutto era allora così fugace e limitato.
Ora l’amore che mi stringe profondamente a te,
è gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi,
tu pensami così!
Nelle tue battaglie,
nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine,
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,
nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.
Non piangere più, se veramente mi ami!

Sant’Agostino

La morte non è niente.

Non conta.

Io me ne sono solo andata nella stanza accanto.

Non è successo nulla.

Tutto resta esattamente com’era.
Io sono io e tu sei tu e la vita passata
che abbiamo vissuto così bene insieme
è immutata, intatta.

Quello che siamo stati l’uno per l’altro,
lo siamo ancora.
Chiamatemi con il mio vecchio nome.
Parlate di me con la facilità che avete sempre usato.
Non cambiate il tono della vostra voce.
Non assumete un’aria forzata di solennità o di dolore.
Ridete come abbiamo sempre riso
degli scherzi che facevamo insieme.
Sorridete, pensate a me e pregate per me.

Fate che il mio nome rimanga per sempre
quella parola familiare che è stata.

Pronunciatelo senza sforzo,
senza che diventi l’ombra di un fantasma.
La vita significa tutto ciò che ha sempre significato.
È la stessa che è sempre stata.
C’è una continuità assoluta, ininterrotta.
Cos’è questa morte se non un incidente insignificante?
Perché dovrei essere lontana dal vostro cuore
dal momento che non sono con voi?

Vi sto soltanto aspettando da qualche parte,
molto vicino, appena svoltato l’angolo.

Va tutto bene.

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