CONTRIBUTI

 

OSSERVAZIONI, PENSIERI, RACCONTI, DIARI, FATTI E MISFATTI

   

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UN PO’ DI REGOLE PER CHI VA A PIEDI 02 FEBBRAIO 2013
RETE GLOBALE DELLE ANTICHE VIE  02 FEBBRAIO 2013 
LA CROCE DI FERRO 22  GENNAIO
RICORDI DEL SERVIZIO ALLA PIEVE DI CELLULE 18-GENNAIO 2013
LA VIA DEI CONTI  GUIDI 17 GENNAIO 2013
NOTIZIA  PUBBLICATA SUL CORRIERE DI SIENA DEL 7-01-2013 
DA  UN CARTELLO NEL COMUNE DI LECCE 16- GENNAIO 2013
PERCHÉ FARE UN CAMMINO?  16 GENNAIO  2013
 PICCOLI E GRANDI CAMMINI – FLASH DI OBBIETTIVI 16- GENNAIO 2013
I NOMI DELLE VIE CULTURALI 13 GENNAIO 2013
LA STAGIONE DELLE CREDENZIALI 13 GENNAIO 2013
IL RIENTRO DAL CAMMINO DI SARA E LARA 3 AGOSTO 2012
LORENZO E CRISTINA SONO RIENTRATI DAL LORO PRIMO  CAMMINO  25 LUGLIO 2012
LE  SCULTURE DI CARLO PELLEGRINO . 15 LUGLIO 2012
SPIRITUALITA’ LAICA E SPIRITUALITA’ RELIGIOSA  25 LUGLIO 2012
UN CONTRIBUTO DATATO MA SEMPRE ATTUALE 22 GIUGNO 2012
DIFFERENZA TRA RELIGIONE E SPIRITUALITÀ GIUGNO 2012
IL CASO -VIA FRANCIGENA, FUORI I MERCANTI! GIUGNO 2012  FRANCO CARDINI
IL DOPPIO BLUFF DELLA VIA FRANCIGENA DEL SUD  15 SETTEMBRE 2012
LA VIA FRANCIGENA DEL SUD 29 LUGLIO 2012  SULLE ORME DI FILIPPO II IMPERATORE
OPEN GEODATA 28 LUGLIO 2012
“DESTINAZIONE SANTIAGO” 26 GIUGNO 2012 DON  SANDRO LUSINI 
DALL’ISLANDA A ROMA 22 GIUGNO 2012
DA LA VERNA AD AREZZO SULLA VIA LE CELLE DI SAN  FRANCESCO 19-20 GIUGNO 2012
PELLEGRINAGGIO DI  GRATIA ET BONAVENTURA DA RONCIGLIONE A CASTIGLION D’ORCIA
ALBERTO SOLANA: UN PELLEGRINO JACOBEO
I DENARI DI CARLO MAGNO

_____________________________________________________________________________________________________________________________20 marzo 2013

YOHANAN BERRI PELLEGRINO ISRAELIANO

Eccezionale!! Un giovane israeliano di 42 anni  mi ha chiesto di  partire da Firenze per raggiungere Roma passando da La Verna , Assisi,  Rieti. E’ venuto ospite a casa mia direttamente da Israele. Gli ho preparato la cartografia con il tracciato da Firenze a  La Verna percorrendo la Via Ghibellina fino a Bibbiena e poi il Cammino di San Francesco per La Verna: poi proseguirà   con la  Guida di Angela “ Di Qui Passò Francesco”.

Ha uno zaino di 22 kg …………ed anche il fisico!!!!

Stamani l’ ho accompagnato fino a Rignano sull’Arno. Guardate le foto e ditemi se il lastricato non è fantastico !

Quanto è difficile collaborare fra noi pellegrini  per la ricerca delle Vie: ognuno per i fatti propri pensando di essere il migliore. Cosa ci vorrebbe a collaborare  basandosi su dati storici forniti da specialisti. Non mi sono inventato nulla: Giovanni Caselli mi ha indicato la strada ed ora  la stiamo rilevando. Tutto qui . Franco pellegrino.

FIRENZE  BARICENTRO DELLE VIE DI PELLEGRINAGGIO TOSCANE

    •                                                                                                                                                                        
    • 02 Febbraio 2013 

 

RETE GLOBALE DELLE ANTICHE VIE

L’iniziativa di Giovanni Caselli è non solo originale ed ambiziosa, ma corrisponde ai nostri desideri di muoversi in sicurezza nelle Vie Storiche del Mondo per la conoscenza e la fratellanza dei popoli. La nostra associazione è orgogliosa di collaborare con Giovanni nelle costruzione della Vie Storiche della Toscana. Per favore leggete l’allegato !


      • 22 Gennaio 2013                                                                           

LA CROCE DI FERRO

La Croce di Ferro, sul cammino francese dopo Rabanal del Cammino, è il luogo dove più di ogni altro, si ha la sensazione di camminare con tutti i pellegrini che nei tempi vi  sono transitati per raggiungere Santiago.

I pellegrini lasciano , per tradizione ,una pietra  ai piedi della Croce. Questa pietra viene  sono  affidate le attese e le preghiere dei pellegrini.

La prima volta che arrivai a Rabanal trovai  in chiesa un libretto che conteneva  tra l’altro questo invito :

…. Raccogli una pietra che non pesi molto nel tuo zaino e che tu possa tenere nelle tue mani,sentirla,manipolarla,accarezzarla, e quando parli con la tua pietra, gli reciti la poesia di Léon Felipe cantata da Paco  Ibanez:

“ così è la mia vita,
pietra
come te,come te,
piccola pietra;
come te, pietra leggera;
come te,
pietra che rotoli 
sulla carreggiata
e per i sentieri;
come te,
umile pietra della strada
come te,
che nei giorni di tempesta
sprofondi
nel fango della Terra
e dopo
tu scintilli 
sotto gli zoccoli
e sotto le ruote;
come te 
non utilizzata nemmeno per essere pietra
di un portale,
ne pietra di tribunale,
ne pietra di palazzo signorile,
ne pietra di chiesa;
come te,
forse fatta
solo per una fionda,
piccola e leggera pietra…

Racconta le tue pene alla pietra….e le tue gioie.Caricala di te stesso durante queste giornate fino al tuo arrivo a Maragaterìa. Al contatto delle tue mani e del tuo spirito, la pietra non è più un piccolo sasso,poiché si riempie di senso e diviene un simbolo,immagine del tuo proprio spirito,umile sasso del Cammino,della carreggiata,ciottolo che rotola nella via. A partire da Rabanal prendi la pietra fra le tue mani e accarezzala.. A Fontelobaton lascia che la tua anima sia intimidita dalle case distrutte,dalla chiesa trasformata in stalla ed in fienile,dalle campane senza batacchi,dalle fontane senza acqua,dalla solitudine stessa dei ruderi.Si direbbe che il Male sia divenuto il signore della Maragaterìa e della sua strada. Tutto il male che c’è in te,il male dell’umanità,il male del mondo si materializzano in questa pietra. Lentamente tu riconquisti la tua calma guardando il Teleno e le valli lasciate dietro di te.
Tutto ad un tratto tu vedi la Croce di Ferro. Ti avvicini lentamente alla piccola montagna di pietre e pensi che tutte le sofferenze degli uomini, tutte le notti nere, tutte le angosce sono state convocate a quest’ immenso Golgota che corona la Croce. Ciascun delle sue pietre è una vita messa ai piedi di Colui che è il Signore Crocifisso”

“ Signore Gesù, non è il male che ha l’ultima parola, poiché Eccoti elevato sopra a tutto nell’eterno Golgota della sofferenza del mondo.Alla tua Croce è crocifisso il male e di conseguenza, salvato e riscattato. Salvami piccolo sasso che rotoli sui sentieri della vita. Assumi anche i miei mali, elevarmi ed attirami verso di te”

Mettiti di fronte alla Croce,bacia la pietra,chiudi gli occhi e lanciala con tutta la forza sul mucchio. Lascia che tutti i dolori del mondo intero che la croce rappresenta, si stemperino in Lui.


      • 18gennaio 2013  

Ricordi del servizio alla Pieve di Cellule

   Io e mia moglie Susanna siamo andati tre volte ad aprire la chiesa di Santa  Maria  a Cellole. Nel 2008 fu per due sabati,a distanza di quindici giorni uno dall’ altro e nel 2009 venimmo chiamati per un solo sabato.

 Restare a disposizione dei rari visitatori per sette, otto ore è comunque un’ esperienza molto piacevole, che lascia un ricordo duraturo e fa nascere il desiderio di ritornare. Purtroppo le condizioni del boschetto prospiciente la chiesa erano ulteriormente peggiorate: ben nove i cipressi  erano completamente morti ed il terreno era cosparso di rifiuti. Bisognerebbe fare qualcosa perché il binomio chiesa-boschetto rappresenta un unicum  distintivo di quel luogo, da tutelare assolutamente. Comunque, a parte queste considerazioni critiche, resta il fatto che il luogo va annoverato tra quelli dove ci si sente bene.

Mentre Susanna sedeva all’ ombra dei cipressi, passai molto tempo all’ interno della chiesa. L’ osservazione attenta che mi ero ripromesso di effettuare, dopo l’ esperienza dell’ anno precedente, mi tenne impegnato e mi fece vedere alcune cose che mi colpirono l’immaginazione e stimolarono alcune considerazioni. Da qualche tempo sono molto incuriosito dai temi dell’ archeoastronomia, cioè di quella recente disciplina che studia gli  antichi insediamenti umani in relazione ad osservazioni di tipo astronomico. In particolare si è scoperto che anche gli antichi cristiani costruirono i propri luoghi di culto orientati in modo da consentire al sole di entrare a far parte come protagonista, in specifici momenti dell’anno, delle sacre liturgie.  Dunque a Cellule in primo luogo accertai con l’ ausilio di una bussola, che l’orientamento della chiesa è a sud-est anziché verso est, cioè è orientata verso il sorgere del sole in occasione del solstizio d’inverno ( 25 dicembre, Natività di Gesù). L’ orientamento delle chiese era una regola  con radici antichissime, confermate dal cristianesimo, e che orientava i luoghi di culto verso oriente, come si diceva “versus solem orientem ”.  Quindi all’ alba del 25 dicembre il sole penetra nella chiesa di Santa Maria a Cellole con i suoi raggi attraverso la monofora del presbiterio ed illumina l’ altare. Sarebbe bello andare a verificare. Questa osservazione mi stimolò  a guardare con altri occhi il capitello della V colonna destra, al limite del presbiterio ed a lato dell’ altare. Notai  la rappresentazione, molto rozza quanto enigmatica, di un essere umano con le braccia aperte ed i lineamenti ricavati graffiando sulla pietra una sorta di omega capovolto. Influenzato dalla scoperta astronomica quell’ immagine mi ha fatto venire in mente quella del Bambinello a braccia aperte, come lo vediamo ancora nei nostri presepi. Inoltre come tutti gli altri capitelli anche questo ha gli angoli a forma di foglia riunite alla base: nel caso in questione esse parrebbero rappresentare la mangiatoia. Oppure le due foglie ai lati del Bambinello pare rappresentino due figura umane appena abbozzate, che danno comunque nell’ insieme la suggestione di trovarci davanti alla Sacra Famiglia riunita: a destra San Giuseppe in piedi ed a sinistra Maria. Una rappresentazione stilizzata della Natività illuminata dal sole del 25 dicembre ? Possibile.

Sulla faccia opposta dell’ abaco è incisa una croce e qui mi sono tornati alla mente i cruceiros visti durante il cammino di Santiago. Mi sono ricordato che essi su un lato rappresentando la Natività e sul lato opposto la crocifissione a ricordare l’inizio e la fine della vicenda terrena di Gesù.

Chi ha potuto visitare la chiesa di Santa Maria a Cellole avrà notato che alcune colonne recano tracce di affreschi. Su di una,la IIa destra,  l’ immagine di un santo è quasi completa: si tratta di Sant’ Antonio abate, com’è scritto nella presentazione della chiesa a disposizione dei visitatori. Egli è riconoscibile dal campanello “scacciadiavoli” appeso al bastone con l’impugnatura a forma di tau.. Sulla III a destra, coincidente col pilastro che segna l’ inizio della chiesa originaria, vi è una frammento di affresco che ritrae una santa che tiene in alto con la mano destra una ruota: è questo un simbolo legato a Santa Caterina d’ Alessandria. Anche la ricercatezza dell’ abito che indossa richiamerebbe l’origine principesca di quella  santa.
Che sia un giglio, simbolo della purezza, quello rappresentato sulla faccia del capitello sovrastante la santa?
L’ abaco della colonna III a sinistra reca incisa una croce decussata: c’era forse sulla colonna un immagine di sant’ Andrea?
Queste sono alcune considerazioni “in libertà” stimolate da un momento di serenità trascorsa a Cellule, lungo la via Francigena. Resta comunque il piacere di aver passato un po’ di  ore in “grazia di dio” e di aver dato assieme con Susanna un piccolo contributo di tempo a beneficio di tutti.  Alessandro

      • 17 Gennaio 2013  

                                                       LA VIA DEI CONTI  GUIDI (la nostra Via Ghibellina da Firenze a Bibbiena)

Il grande amico  e conoscitore di strade antiche GIOVANNI CASELLI scrive, tra l’altro, in una nota sulla Via dei Guidi quanto segue:

“…La Via di Ripoli, che diventa Via Roma non appena esce dal Comune di Firenze ed entra in quello di Bagno a Ripoli, è caratterizzata, poco prima del Bandino, da un curioso giardino triangolare entro il quale si erge una colonna monumentale posta in opera nel 1921, sul lato sinistro della strada in corrispondenza della seconda strada per Viale Giannotti. Si tratta di una simbolica “enclave” aretina in territorio fiorentino che aveva lo scopo di ristabilire amichevoli rapporti con Arezzo dopo la disfatta di Campaldino e che i fiorentini sarcasticamente denominarono “il cantone piscio e merda”. Questo simbolico territorio di 7-8 mq si trova sulla via di Arezzo, un tempo nota come Via Aretina, un nome poi attribuito alla parte iniziale della SS 79 per Pontassieve, ovvero Tosco-Romagnola, mentre la nostra venne a chiamarsi Via Roma o Via Aretina Vecchia…..”

Sono corso sul posto per documentare quanto detto da Giovanni ed ho fotografato il luogo. Quale gioia poter trovare tracce sul terreno di fatti storici avvenuti nei tempi passati. ( Scusate la precisione di cui certamente non ne avrete bisogno : sulla lapide ” OSTE”  sta per esercito; io non lo avevo capito ).

Il commento dei fiorentini non mi meraviglia , fa parte della nostro spirito burlesco. Sempre storia è !!

      • 17 Gennaio 2013    Notizia e Commento pubblicata sul Corriere di Siena del 7-01-2013

La Comunità Toscana il pellegrino protesta ancora una volta per l’abuso che si fa dei finanziamenti del Progetto  Francigena inteso come progetto per un turismo sostenibile. Un progetto  di edilizia privata non ha nulla a che vedere con  la valorizzazione della Via Francigena che ha invece bisogno di investimenti  per studi e ricerche per svelare il vero significato di una via storica e culturale per una sviluppo sostenibile quindi durevole. E’ molto più facile per le amministrazioni soddisfare gli appetiti dei  cementificatori  che appartengano alla categoria dello sviluppo predatorio.Fermateli !! Ultreia y suseia – Franco

 

      • 16- Gennaio 2013  

                                                                      DA  UN CARTELLO NEL COMUNE DI LECCE

 All’ ombra della vita l’uomo si autodistruggerà…

Per Salvare il mondo io scelgo la Bellezza !!!!

Qualcosa  a livello planetario sta mutando. Gli uomini hanno intrapreso due strade parallele e completamente differenti. Una è la via delle grandi trasformazioni, a ritmi ossessivi, ogni giorno
Sempre più veloci… che ti spingono alla ricerca di un qualcosa di scientificamente evoluto, ma
nelle tue mani è tremendamente già vecchio. L’altra è la strada della radici autentiche del mondo e degli uomini, dell’essenza di vita, delle energie dimenticate nel tempo, delle elevate potenzialità
umano che non invecchiano mai: telepatia, conoscenze dimenticate ,letture silenziose di stati
d’animo attraverso gli occhi, campi magnetici di energie positive e negative. Facciamo ancora i
in tempo a darci una mano, facciamo ancora in tempo a salvare questo mondo di pesticidi, di plastica,
di petrolio di foreste distrutte, di brutte case razionalmente progettate in totale disarmonia con la natura e con materiali inquinanti, di cibi transgenici, di sentimentalismi confezionati per ogni  occasione, di uomini di soldi che anelano senza cuore alla conquista del mondo. Se avessimo il coraggio di essere autori e non personaggi, avremmo più saggi e meno commedianti. Abbiamo tutti il dovere  di essere i testimoni autentici della VITA VERA…ORA!!! Ho il timore che la vita e le sue meraviglie stiano scivolando inesorabilmente nell’oblio della scure lenzuola della NERA NOTTE:::!!!! TEO

Eccoci  al dunque!!  SVILUPPO PREDATORIO CON MILLE RICATTI  O SVILUPPO SOSTENIBILE ? .
Noi viandanti, camminatori , pellegrini  la scelta l’abbiamo fatta:  andando lentamente con poche cose nel nostro zaino, non sfruttando l’ambiente ma godendone senza appropriarsene.
Per comprendere il giusto significato dei termini e per non scandalizzarsi a causa della nostra ignoranza, al Convegno di Lecce organizzato dalla prof. Anna Trono dell’Università del Salento,   ho avuto la fortuna di incontrare  Maria Tinacci Monsello., professoressa di Geografia economica all’ Università di Firenze.
“Turismo”  significa realizzare e  attrezzare il territorio delle  infrastrutture necessarie  al raggiungimento degli  obbiettivi del progetto turistico. Nel nostro caso , per la  Francigena e le vie culturali più in generale,  significa organizzare l’accoglienza, la ricettività quindi la logistica e, molto importante ,  realizzare gli interventi necessari a rendere sicuro il percorso nel rispetto della legge vigente   per  un TURISMO  SOSTENIBILE ! Ma lo sapete cosa significa < SOSTENIBILE >? Semplicemente DUREVOLE  e cioè che non stravolte l’ambiente  con interventi distruttivi ma che lo preserva nel tempo.
Il termine <  Prodotto Turistico >  mi ha  sempre indotto in inganno . L’attività della Regione Toscana per la via Francigena, letta in questi termini, risulta essere eccezionale, perché  gli  interventi in corso di attuazione, sono mirati a realizzare un percorso < SICURO >  con una logistica  adeguata.
Rendiamo  quindi   merito a Giovanni D’Agliano di  seguire le direttive regionali  con rigore e professionalità,  attento ai feed back dei camminanti della Francigena in Toscana, i soli utenti in grado di dare giudizi.
E per le altre Regioni ? Questo è un altro problema  che ci crea molte  preoccupazione. – Franco

      • 16 Gennaio  2013                  

                                                                 PERCHÉ FARE UN CAMMINO?

Tradotto dal francese  da: <CAMINO> N° 125 gennaio 2013

Penso che ci siano molteplici motivi per ciò che non dipendono né dall’età  né dalla condizione sociale ed ancora meno dalla fede.

Arriva un momento, credo,  nel quale abbiamo bisogno di sedersi al bordo di un cammino, calzare gli scarponi. Non è necessario né utile intraprendere un cammino frettolosamente. L’impazienza, la volontà o il desiderio di sapere tutto, di acquisire conoscenza, risposte, sapienza…sono futilità .

E’ venuto quindi il momento di fare il punto del problema:

      •  Alcuni partono con tutto ciò che occorre per camminare veloci..fare più km possibili nel tempo più breve possibile. E’ un approccio come un altro, ma che soddisfa l’ego e il lato impresa, che ha un suo valore, ma non riguarda che i muscoli e il cervello ma non l’anima stessa. Ancora non ne sono così sicuro.
      •   Ma la ricerca personale è più legata alla volontà di ritrovare la salute per qualcuno, l’amore per se stesso, come quei dottori africani che possono riportare a casa l’amore per la vita: questa  è assimilabile  all’appagamento dell’ego.
      •  Altre ancora , in contrasto per la maggior parte del tempo con la propria famiglia a causa di separazione, divorzio rifiuto  ricercano delle relazioni basate sugli stessi valori dell’essenziale: il bere, il dormire , il mangiare il parlare. Penso che queste necessita sono naturali. Essi hanno bisogno di un contatto fondato su valori comuni a tutti. Lontano dall’ apparire, essi cercano l’essere nell’altro ma anche in loro stessi. Si augurano di cercare di apparire per andare calorosamente e fraternamente verso gli altri e accoglierli alla stessa maniera: forse può essere  un modo di nascondere una solitudine morale dolorosa.
      •  Ci sono anche coloro che stentano di riguardare le cicatrici che la vita non ha  avrà mancato di lasciare loro. Sono più sereni e calmi, vedono il paesaggio intorno a loro, si sentono anche più sollevati e constatano che anche le sofferenze passate  sono guarite, che le ferite per quanto profonde fossero si sono richiuse.
      • Infine coloro che fanno una ricerca spirituale sono più difficile ad afferrare. Ho potuto vedere dei libri d’oro  riempiti di paragrafi su  dei veri pellegrini. << Un vero pellegrino >> che aveva compiuto fino a quindici volte il cammino , quando altri non l’avevano fatto che una volta sola.

Cosa può dunque essere questa ricerca spirituale così importante tanto da spingere  alcuni a prendere i loro scarponi e il proprio bastone per andare a Santiago? Chi ha fatto quindici volte il cammino , è divenuto più saggio o non è che un collezionista di Compostele ? Una volta sola è sufficiente per divenire più saggio? Ciò accade per i libri che si riscoprono dopo averli letti anni prima. E’ lo stesso per i cammini, dello stesso cammino che si riprende. Bisogna cambiare  a volte i periodi dell’anno perché il colore della vegetazione cambia e l’emozioni sono diverse. Mi è successo a volte di rimanere incantato davanti un paesaggio come un  “ gloria “ che saliva dal profondo di me stesso e mi diceva che io avevo una fortuna inaudita di trovarmi là.

Si ha anche l’impressione che qualcun altro cammini vicino a me o che delle presenze si facciano sentire.

I passi, il sudore , la fatica ma anche la gioia , l’allegria di questi milioni di pellegrini che sono passati avanti, devono impregnare ogni pietra del sentiero. E’ allora che non si prende il cammino ma il cammino prende noi.

Nel maggio scorso un prete che officiava la messa dei pellegrini a Santiago si domandava perché uomini e donne intraprendessero il cammino, perché avessero deciso di lasciare la loro casa , i loro amici, le loro comodità per conoscere la fatica, la sete, la solitudine nello sforzo e  diceva che era per incontrare maestro Santiago ed “al fine dal final “ incontrare Dio e se stesso.  (Franck Besombes )

      • 16- gennaio 2013   

               Piccoli e grandi cammini – Flash di obbiettivi

Ho visitato una mostra fotografica a Lecce: www.rivisitazioni.it.  Bellissime immagini e straordinarie didascalie
dell’  <Associazione Obbiettivi >di Lecce

Ecco alcuni testi di una poesia struggente a commento delle foto. Franco

Senza voltarsi
Da qui,  lungo i margini, nomi e frastuoni s’incrociano, invisibili aromi da conquistare e venti da domare. Da qui, lungo gli orli, percorsi tracciati  dove a volte anche il nulla ha argini da infrangere , ha tempo di ascoltare la bellezza e senza far rumore conquista una direzione. Da qui dove il tempo scivola lungo i pensieri e si nutre di passi di ciò che sarà tra argini e margini, tra voci e mute visioni senza voltarsi ogni cosa attende un richiamo, ogni  strofa tende una mano. di Valentina Morello

Gli anni  
Le nostre esistenze si muovono veloci in un vuoto irreale, si muovono  per restare ferme, si parlano senza dir niente. Frenesia, alienazione.Un mondo che non esiste più. Gli anni ’50. Caratteri grafici desueti. Si muove veloce anche lui, è normale passare davanti alle porte chiuse del passato, lo fa ogni giorno. Dietro la porta ci sono fantasmi, dietro la porta c’è niente, il passato. E se un giorno si aprisse?  di Gianluca Ricciato

Rosso Geranio ( di fronte ad un affresco )
Pigmenti di colore incapsulati nell’intonaco fresco a disegnare volti, forme ad eternizzare un racconto. Geniale lascito che ci giunge da lontano, dice della presenza di altri prima di noi che dialogano con noi, oggi. E’ il  viaggio nel futuro.- di Ada Manfreda

MASTRO ( falegname)
C’è un tempo smisurato che racconta
genuinità e sudore
un tempo di albe e tramonti carichi di fatica
c’è un tempo di uomini come rocce
di padri e di madri di terra vestiti
c’è un tempo di antichi sapori da trasmettere
un tempo di doveri e piaceri
di occhi da osservare di mani da sfiorare
di cuori da ascoltare. di Valentina Morello

Si bemolle ( un battente in ferro  su un portone )
Note di ruggine e colore negli spazzi muti della città raccontano storie dei tempi andati, stonati,
scordati. Storie che mi piace restare ad ascoltare ogni volta che torno a trovare la nonna. Lei
seduta sulla soglia della piccola casa, io aggrappata a questo ricciolo di ferro mentre mi
lascio pettinare i capelli. Nel cammino di ritorno verso casa annuso il profumo di ruggine rimasto
tra le dita e ripeto all’ infinito quel ritornello che non voglio scordare.

 

      • 13 gennaio 2013  

                                                                  I NOMI DELLE VIE CULTURALI

Sono in viaggio in treno verso Lecce per un convegno sul Pellegrinaggio e la Via Francigena.
In Italia proliferano le Vie Francigene: la via Francigena ( Sigerico ), la via Francigena della Sambuca, la Via Francigena di San Francesco ed ora la Via Francigena del Sud.
Il nome Via Francigena insieme al nome  Via Romea sono nomi generici che indicano le vie che provengono dai territori dei franchi il primo  e le vie che vanno a Roma il secondo.
Senza entrare nel merito se sia giusto o meno attribuire questi  nomi  a tutti i percorsi se non per indicare  complessivamente le Vie Culturali Italiane con una meta e una provenienza  precisa , mi sembrerebbe più chiaro che ogni Via  fosse attribuito un proprio nome per distinguerla in modo univoco. Non sarebbe un falso storico se la Via Francigena di San Francesco fosse chiamata semplicemente Via  di San Francesco
In Spagna  tutte le Vie di pellegrinaggio si chiamano CAMMINI DI SANTIAGO.
Esiste però il Cammino Francese che proviene  dalla Francia ed  in questo paese si chiamano   via di Turonense  da Parigi,  via Podense da Le Puy oppure la Via Lemovicense  da Vezelay confluiscono a Ostabat  per raggiungere poi il Cammino Francese  a Saint Jean Pied de Port e  Via Tolusana da Arles che si congiunge al cammino Francese a Puente la Reina
Immaginate voi se la Via della Plata o il Cammino Primitivo si fossero chiamati “ Cammino Francese “  che confusione ne sarebbe nata anche a livello promozionale!
Non impariamo proprio nulla da chi ha un’esperienza maturata in più anni. A proposito, parliamo sempre di Vie di Pellegrinaggio: il pellegrinaggio era ed  è  uno dei motivi che spinge i viandanti a mettersi in cammino ed attualmente, in percentuale, nemmeno il primo.
L’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali del Lussemburgo insegna: nel termine culturale tutto è racchiuso, storia, fede, cultura in senso stretto per riscoprire la nostra identità.
Ho avuto un’esperienza emotiva molto forte quando ho fatto la Via Romea di Stade in Germania, emozioni sia ( per le descrizioni di uno storico che ci accompagnava ) nel vedere i luoghi di Carlomagno  per  la sottomissione  cruenta dei Sassoni,  ma anche emozione   forse più forte attraversando, con il mio cammino la “Cortina di Ferro”, storia recente che ho avuto la sventura di vivere.
Quindi la nostra via ci deve permettere di “ vedere” la storia che è passata da quei luoghi. leggendo nel  nostro andare,   nel  paesaggio, nei  beni culturali  materiali ed immateriali e nelle storie locali raccontate dagli anziani  del  luogo gli eventi che si sono verificati nei vari periodi. Questo per non dimenticare.

 

      • 13 gennaio 2013  LA STAGIONE DELLE CREDENZIALI

Sta riprendendo  la consegna delle credenziali all’avvicinarsi della stagione dei Cammini. Per me è un momento magico perché, l’incontro con chi ha deciso di partire, è emozionante come l’incontro dei pellegrini durante il cammino.
Sabato scorso, però l’incontro, con un pellegrino venuto appositamente da Pisa, è stato il più bello in assoluto.
Giuseppe è un pellegrino non vedente dal 2007. Mi ha detto delle cose che mai avrei pensato possibili per noi “normalmente abili” ; prima fra tutte che dal suo stato attuale ha tratto grandi vantaggi come un maggiore attaccamento alla vita, la voglia di tutto sperimentare , la sensazione che nulla per lui sia impossibile.
Lavora come centralista ed ha molto hobbyes come  danza trekking, immersioni subacque , viaggi con la sua ragazza e poi forse  molto altro.
La cosa che mi ha sorpreso, è quando mi ha detto che l’istruttore di immersione gli ha confessato che quando si immerge con lui vede molte più cose , dovendole descrivere.
E’ venuto a prendere le credenziali per fare tutto il Cammino Francese dall’ inizio alla fine. Partirà con una  pellegrina di Bari. Gli ho chiesto se mi porta con sé, magari da Astorga. Forse è la volta buona che riuscirò a vedere tutto quello che ho perso durante i miei 12 cammini per la  fretta di arrivare.
E’ per questi incontri che le credenziali si consegnano nelle mani del pellegrino in partenza, non per controllare le motivazioni o per giudicare , ma solo per conoscerci , stabilire un rapporto di amicizia, fornire informazioni logistiche e consigli pratici, per chi partono si mette in cammino per la prima volta

 

      • 3 agosto 2012   Il RIENTRO DAL CAMMINO DI SARA E LARA

Caro Franco,

siamo tornate da meno di una settimana e sono ancora vive tutte le sensazioni e le emozioni che il cammino di Santiago mi ha dato. Come dice l’audioguida dentro la cattedrale: si parte da viandante e si torna da pellegrino. L’emozione nell’arrivare alla metà è indescrivibile e altrettanto forte è quella di incontrare di nuovo dentro la basilica i compagni di cammino, con i quali magari non hai scambiato altro che qualche sorriso ma che con la loro presenza ti hanno dato forza nei momenti più duri del percorso e hanno condiviso con te l’esperienza di “andare verso”; ognuno, credo, anche senza saperlo, va in cerca di qualcosa e il cammino non lo deluderà.
Tranne qualche “ampollas” e qualche arrossamento alle caviglie è andato tutto bene; il tempo è stato bello e mai troppo caldo. Di nuovo grazie per i preziosi consigli.
Buen Camino nella vita
Sara e Lara

 

      •  25 luglio 2012

LORENZO E CRISTINA SONO RIENTRATI DAL LORO PRIMO  CAMMINO

Caro Franco
come va, sei tornato dal tuo Cammino? Noi siamo rientrati il 7 luglio scorso, portando con noi a casa un bel ricordo e una esperienza che ricorderemo per tutta la vita.
Nelle due settimane che abbiamo impiegato per fare il Cammino di Santiago partendo da Leon, pareva che i nostri zaini diventassero via via sempre più leggeri. Non sappiamo ancora se fosse perché stavano cominciando a diventare parte di noi stessi o forse perché diventavamo noi sempre più leggeri per l’ansia di arrivare.
Il Cammino è stata un’esperienza che ci ha permesso di interagire con la nostra anima, dare una risposta alle nostre domande e colloquiare con l’Io dentro di noi.
Il nostro Cammino si è concluso a Finsterre, dove da Santiago siamo arrivati in Bus. Abbiamo bruciato un indumento che ci ha accompagnato durante il Cammino, ho gettato nell’Oceano il bastone che mi ha sorretto durante tutto il percorso e ho potuto schioccare le dita dicendo questo è il mio Cammino quando sono uscito dalle acque gelide dell’Atlantico.
Mai scelta di vacanza è stata migliore e più azzeccata.
Un saluto
Lorenzo e Cristina

      • 15 luglio 2012

Durante la mia vacanza in   Val D’Aosta ho rivisto CARLO pellegrino e le sue sculture.

 

      •  25 giugno 2012

SPIRITUALITA’ LAICA E SPIRITUALITA’ RELIGIOSA

“La felicità al di là della religione”

Ho letto il libro del Dalai Lama dal titolo: “La felicità al di là della religione”, che ha suscitato in me un grande senso di liberazione. L’educazione che ho ricevuto, compresa quella religiosa, mi ha provocato   dei condizionamenti. Nel libro del Capo della religione buddista, ho trovato un messaggio illuminante. Egli dice che esiste in ognuno di noi una spiritualità innata  che   chiama “laica”: non dipende dagli insegnamenti religiosi ma solo dalla nostra predisposizione all’amore, alla compassione, all’ altruismo. Questo è già in noi. Nella sua riflessione il Dalai Lama sviluppa questo messaggio con una immagine: paragona la spiritualità laica all’ acqua e la spiritualità religiosa al  che conferisce all’acqua più gradevolezza. Ma senza l’acqua, il tè non si può fare.
Così mi pare di scoprire che il messaggio religioso è un arricchimento di ciò che si possiede  già.
Alla mia età queste scoperte sono eccezionali;  danno nuovo vigore  per valorizzare la religione nei suoi aspetti dell’amore, della tolleranza, dell’altruismo.
Si è  spesso  scandalizzati dai comportamenti di personaggi importanti della Chiesa ufficiale che ci allontanano dalla fede. Se però vediamo la Chiesa nei luoghi dell’amore, dell’altruismo dell’assistenza, del volontariato , allora la luce della speranza si riaccende.
Ho avuto l’esperienza della spiritualità laica sulle vie di pellegrinaggio dove l’amore, la solidarietà, la condivisione sono all’origine della gioia.
La parola “laico” ha sempre avuto un significato negativo, quasi volesse dire ateo e quindi disprezzato nell’ambito religioso.
Ora sono più sereno perché la mia spiritualità laica, arricchita dalla educazione ricevuta, dalla maturazione  e da  una vita circondata dall’amore, potrà ora essere, consapevolmente, accresciuta dalla spiritualità religiosa in base agli insegnamenti del Vangelo.
Il libro del Dalai Lama mi ha aiutato a riscoprire la centralità assoluta dell’uomo nell’insegnamento di Gesù  , che dice che uno solo è il suo comandamento – “Amatevi!”, che parla di “servizio”, che non discrimina mai.

Anche l’apostolo Paolo   giunge alla stessa conclusione affermando  il primato assoluto della “carità”.
In tutte le religioni vi sono certamente delle verità universali ma purtroppo emergono aspetti di integralismo che ci rendono sospettosi di interessi particolari che nulla hanno a che vedere con la natura dell’uomo.
Sviluppiamo perciò la nostra spiritualità laica nella fede. Questo ci darà non solo buona acqua ma un tè profumato e gradevole.

 

      • 22 Giugno 2012

UN CONTRIBUTO DATATO MA SEMPRE ATTUALE

VERI E FALSI PELLEGRINI

Si devono distinguere i veri pellegrini dai falsi pellegrini?
A questa domanda rispondo prima di tutto, con un’altra; chi può giudicare?
E’ vero che le motivazioni degli uni e degli altri sono molto diverse.
Si trovano pellegrini guidati dalla stella della fede e che vanno,come San Francesco d’Assisi,cantando il vento,il sole e la pioggia. Questi hanno la libertà interiore………

Si incontrano,anche numerosi pellegrini in cerca di una vita più umana, ed e’ forse la motivazione più comune. Io ammiro l’autenticità della loro ricerca.
Ce ne sono altri che sono guidati da considerazioni culturali,turistiche e sportive ma sono molto sensibili alla dimensione spirituale del Cammino.
E’ vero che si trovano sul cammino persone che sono più escursionisti che pellegrini e lo dichiarano.
Ma quanti , dopo aver iniziato il cammino da marciatori lo terminano da pellegrini ! Ne ho diverse testimonianze. Comunque sia, tutti hanno diritto al Cammino.
Di altri ci si domanda se sono vagabondi o pellegrini. Sono rari. Ma anche se lo sono,perché posare su di essi uno sguardo di condanna isolandoli? Personalmente io do loro fiducia e li incoraggio a fare il cammino seriamente con tutte le esigenze che ad esso si connettono.
Si incontrano delle generosità mirabili.
Vi sono infine degli atei dichiarati. Mi direte: che ci fanno sul Cammino di San Giacomo? Credo di poter rispondere in sintesi: essi cercano una vita più autentica. So che “Dio è all’orizzonte della ricerca di vita autentica”. Li accolgo con molto rispetto ed amicizia.
A riprova di quanto appena detto a proposito nel dare un giudizio dei veri o falsi pellegrini, voglio portarvi questo testimonianza.
Una sera una giovane coppia belga,con un cane nero, si fermano da me; tutti e due disoccupati. Dopo aver fatto amicizia e scritto una frase sulle loro credenziali, gli domando: Che cosa cercate sul Cammino ?: E’ lei che mi risponde e non dimenticherò mai l’espressione del suo viso pronunciando queste testuali parole:
“ Noi cerchiamo un po’ di forza, perché siamo fragili
Un po’ di stabilità, perché siamo senza lavoro
Un po’ di equilibrio, abbiamo difficoltà a gestire la nostra vita.”
C’era là una coppia più anziana, un pastore protestante e sua moglie medico. I nostri sguardi si sono incrociati non senza emozione e quello del pastore mi diceva: ” Ecco dei veri pellegrini”.
Io vorrei fortemente che si smettesse di giudicare i buoni ed i cattivi pellegrini. Non è ingenuità la mia ma realismo.
Allora vi domando : come non accoglierli ? Come non ascoltarli ? Come non condividere le loro domande e le loro richieste ? Come non essere loro alleati e loro complici ? Il poco tempo che doniamo loro è sublime. Dietro ciascun volto c’è qualcosa di unico che si riceve. Dicevo che accoglierli è un dovere .E’ molto di più, una fortuna,un privilegio.

Abate Sébastien IHIDOY de parroco NAVARRENX dans le bulletin N°2 de la « Confraternité des pèlerins de Saint-Jacques en Bourgogne (2001) »

      • Giugno 2012

TANTO PER RIMANERE NEL TEMA !

Differenza tra religione e spiritualità

“La differenza tra religione e spiritualità (o fede) è che mentre la prima nasce dagli uomini ed è diretta verso la divinità, la seconda nasce da Dio ed è rivolta agli uomini. Mentre nella religione conta ciò che l’uomo fa per Dio, la spiritualità nasce da ciò che Dio fa per gli uomini.
Nella religione è sacro il Libro.Nella spiritualità è sacro l’uomo.
Nella religione è importante il sacrificio, nella spiritualità l’amore.
Le crociate e le guerre sante non nascono dalla spiritualità, ma dalla religione.
Per questo è illusorio pensare che le religioni possano portare la pace nell’umanità.
Le religioni sono per loro natura violente”.
(Dal libro del biblista fra Alberto Maggi “E se Dio rifiuta la religione?” – Pagina 57 – Cittadella Editrice


      • Giugno 2012

UNA NOTA UN PO’ DATATA DEL PROF. FRANCO CARDINI

IL CASO
Via Francigena, fuori i mercanti!

Si torna con entusiasmo, in queste settimane, a parlare di Via Francigena. La cosiddetta “Francigena” (cioè la via che veniva dalla Francia o che vi andava, e sulla quale transitavano i pellegrini franci, vale a dire “ultramontani”) era in realtà un fascio di sentieri che si riuniva solo in certi punti obbligati – passi montani, ponti, guadi, sorvegliati regolarmente da ospizi – e che, dalle Alpi occidentali attraverso Val d’Aosta e Piemonte, giungeva fino a Roma per proseguire da lì, prevalentemente seguendo i tracciati delle antiche vie consolari Appia e Traiana, fino ai porti pugliesi.

In realtà, si trattava del tratto italiano dell’itinerario – percorso da pellegrini: ma non soltanto da loro – che collegava nel Medioevo i massimi centri di pellegrinaggio – le città-santuario di Santiago di Compostela, di Roma, di Costantinopoli e di Gerusalemme – raccordandoli attraverso un capillare sistema di itinerari e diverticoli “minori” ad altri santuari, centri di culto soprattutto (ma non solo) mariani e micheliti. Trattarla da “itinerario” rigido, come se si trattasse di una strada romana o di una moderna autostrada, è pertanto assurdo: bisogna ricorrere al concetto di “area di strada”, elaborato anni fa dal grande medievista piemontese Giuseppe Sergi, per rendersi conto della sua importanza territoriale che interessava per intero le regioni attraversate. Ma né Sergi, né altri studiosi competenti (e la competenza dei quali è verificabile dal loro magistero universitario pubblicamente garantito) sono mai stati interrogati – se non episodicamente – dai politici e dagli “operatori massmediali” che da anni ormai si occupano di Francigena e che si sono letteralmente spartiti, fagocitandoli e disperdendoli, montagne di denaro pubblico quasi sempre in spregio alla storia e alla fede, favorendo magari agriturismi, albergatori, produttori di specialità alimentari e teatranti; e dimenticando altresì i veri sodalizi di autentici pellegrini, che ci sono ancora e che percorrono numerosi a piedi o in bici quella strada, spesso male o per nulla segnalata (a Monteriggioni in Toscana esiste un deposito di cartelli indicatori, costosissimi e mai collocati nelle loro sedi viarie).

L’esempio della straordinariamente saggia ed efficiente organizzazione del Cammino di Santiago in Spagna non è stato quasi per nulla seguito. Di questo e di altro si parlerà nel pomeriggio del 30 novembre a Roma, nella Sala del Carroccio del Campidoglio, durante un convegno a chiusura di una mostra storico-didattica sul pellegrinaggio organizzata dal Comune di Roma. Si sfaterà così – e, auguriamocelo, una volta per tutte – la stupida leggenda (riportata da quasi tutte le guide turistiche) secondo la quale la Via Francigena comincerebbe da Canterbury. Com’è nata la bislacca diceria? Va premesso che in effetti Canterbury fu e resta, dalla fine del XII secolo, una grande sede di pellegrinaggio: se ne sono ricordati il Chaucer dei Racconti di Canterbury e lo Eliot di Assassinio nella cattedrale. Nel santuario inglese si venera la tomba di san Tommaso Becket, fatto uccidere da re Enrico II per la sua fedeltà alla Chiesa. Ma la Francigena non ha con ciò nulla a che vedere.

Il fatto è che da Canterbury partì in pieno X secolo il suo vescovo, Sigerico, per andar pellegrino a Roma: e della sua esperienza ci ha lasciato un dettagliato diario dal quale si possono ricostruire le tappe dell’itinerario seguito. Un fortunato documentario della Bbc di alcuni anni fa ne ricostruì il viaggio. Di esso s’impadronirono il provincialismo e la disinformazione degli italiani: in quanto il tracciato della Francigena a quel tempo esisteva già e proveniva dalla Galizia, quindi dalle Alpi occidentali: Sigerico, penetrando nella penisola dalla Lombardia, lo raggiunse soltanto a Piacenza, dov’esso varcava il Po. Molte altre fonti c’informano con ricchezza di particolari su tutto ciò. Ma nulla: guide turistiche, politici e amministratori locali, produttori di vino e di pecorino e ohimè parecchi parroci continuano a spacciare la balla del povero Sigerico, reo solo di aver percorso la sua strada.

Allo stesso modo, si esaltano ipertrofizzandole le testimonianze legate alla Francigena dimenticando ch’essa era parte della grande civiltà del pellegrinaggio medievale, una delle prove più profonde e più forti delle radici cristiane dell’Europa. E si parla di strade e di tappe dimenticando o sottovalutando la vita quotidiana del pellegrino, la sua fatica, le sue paure, gli stenti e i pericoli affrontati su un cammino ch’era anzitutto di penitenza. Qualche furbo operatore turistico ha di recente proposto una ‘via dei sapori’ del pellegrino, nell’intento di meglio smerciar vini, olio, formaggi e salumi. Come se il pellegrinaggio fosse stato una passeggiata: e come se il povero pellegrino cristiano non avesse dovuto accontentarsi. Come se il pellegrinaggio fosse stato una passeggiata: e come se il povero pellegrino cristiano non dovesse accontentarsi se non di qualche povera zuppa e d’una tazza di vino inacidito, così come il suo fratello musulmano pellegrino dello haj si adattava a un pugno d’uva secca e qualche dattero.

Bisognerebbe, a non dir altro, replicare ai furbastri gourmet facendo una storia olfattiva del pellegrinaggio: descriverne gli odori, gli afrori, le puzze. Chi come me ha percorso più volte a piedi il Cammino di Santiago conosce il santo tanfo degli ospizi lungo la via: quello del sudore, delle camicie stese ad asciugare, dei maleolenti scarponi, dell’acre e pungente unguento per le piaghe dei piedi che spesso tendono a suppurare. La strada, quella vera, puzza: altro che balsamica aria di boschi, di passi montani, di freschi ruscelli! A purificar quell’aria viziata dai santi ma poco puliti pellegrini, funzionava di continuo nella cattedrale di Santiago il grande incensiere oscillante, il Botafumeiro. Ditelo a quelli che oggi si godono il “turismo religioso” sui pullman di lusso, accessoriati e con aria condizionata. Pellegrini a Burgos, lungo il Cammino di Santiago.
Franco Cardini

 

NOTIZIE DAL PRESENTE

      • 15 Settembre 2012

L DOPPIO BLUFF DELLA VIA FRANCIGENA ” DEL SUD”

Questo è il titolo dell’articolo sotto stante. Che dire!  solo che :

Interessi, arrivismo, arroccamenti, accaparramenti, avidità, ignoranza. Ho camminato da Roma a Benevento in agosto con 42° percorrendo anche 42 km. Questo perchè? Il desiderio di ritrovare i vecchi percorsi di pellegrini eserciti, mercanti. Che senso ha tutto questo se, alla base,  non vi sono studi da parte di esperti del  settore che ricostruiscono la storia dei percorsi? Ognuno sta costruendo la ” propria strada” : non si riesce a collaborare: é  grande  la paura di spartire il malloppo. Sono felice di essere un pellegrino dell’Associazione Toscana il Pellegrino di Firenze senza scopi di lucro. Però che tristezza vedere  sprechi e soprattutto assistere a convegni di venditori di fumo?

IL DOPPIO BLUFF DELLA VIA FRANCIGENA ” DEL SUD”

Scritto da MAURIZIO TARDIO Sabato 15 Settembre 2012 21:52 Questo articolo é stato letto: 371 volte
http://www.sanmarcoinlamis.eu/notizie/in-evidenza/6317-il-doppio-bluff-della-via-francigena
Continuano i seminari itineranti sulla Via Francigena.
Ho seguito tutti gli appuntamenti e devo dire che il format realizzato da Comunicarturismo prende sempre più quota con l’avvicendarsi degli appuntamenti. La formula è quella iniziale: tanti, forse troppi, interventi. Grande enfasi, suggestioni a volontà e parole in libertà, anche se condite qua e là da qualche interessante spunto. L’evento così più che un seminario viene corrotto, abbassato, a una più banale presentazione. Scorrono immagini, si leggono cartelli, si elencano cifre, ma della Via Francigena non c’è traccia.
Prova a indirizzare il discorso sull’antica Strata la presentazione di Gennaro Giuliani, presidente di Comunicarturismo, ma l’ex sindaco di San Giovanni Rotondo lascia intuire che legge parole vergate da altri (a proposito “interessante” il ritrovarsi a uno stesso tavolo dell’ex sindaco e dell’ex piddino Cusenza; sarei curioso di vedere quanti voti prenderà Renzi a San Giovanni Rotondo…).
Più interessante l’intervento del giovane archeologo Feliciano Stoico l’unico (dopo quello di Matteo Ciavarella in un precedente incontro) che merita attenzione, anche se il suo “inquadramento storico” lascia il passo alla promozione della folcloristica carovana di pellegrini che desta non poche perplessità. Così come trovo poco efficace l’idea di preoccuparsi di segnalare luoghi che “non sono più”, dimenticandosi di quelli che “sono”. Forse la Via Francigena è un percorso per necrofori?
Ecco, a mio avviso, una grave mancanza dei seminari: si parla di “ciò che è stato” e di “ciò che sarà”, tralasciando ogni riferimento a “ciò che è”. Ovvero alle testimonianze che rendono viva la Via Francigena.
Ci ha provato Antonio Tedesco, ricercatore e ora anche camminatore (le due cose dovrebbero andare di pari passo: un camminatore è un ricercatore della Storia, e un ricercatore è un camminatore nella Storia), a raccontare aspetti che riguardano il percorso francigeno locale. L’incontro di San Giovanni Rotondo è stato ospitato nell’auditorium della chiesa di san Leonardo che, per i pellegrini, rappresentava, e rappresenta, un punto di riferimento “strategico” nel cammino verso la Sacra Spelonca. Eppure nel seminario nessuno ne parla. Nessuno racconta l’eccezionalità storica del luogo. È più interessante parlare di “rete” dei cammini, di progetti di integrazione religiosa, di programmi festivalieri, di borse internazionali del turismo. La visione globale prende il sopravvento su quella locale, laddove il locale dovrebbe stimolare e guidare il globale.
Si vede la mano di Federico Ceschin, fautore di una prossimità prossima: se stesso. Ceschin (a proposito ma quanti ruoli ha: in un incontro è definito “esperto di marketing”, in un altro “rappresentante di Comuncarturismo”, in un altro ancora “rappresentante di Bitrel/Vie Sacre. Ora Se Bitrel è un marchio di Promodaunia, perché non c’è nessuno a rappresentare la società consortile della provincia di Foggia?) è a suo agio nel disegnare futuri scenari di promozione territoriale. È un futurista (nel senso di rappresentare una realtà in continuo dinamismo). Dipinge la sua tela, preoccupandosi poco del soggetto che cambia secondo le convenienze. Il suo intervento è di grande effetto ma s’intuisce che la Via Francigena è solo un pretesto. E poi se, come ama ripete nei seminari (a proposito perché definirli seminari?), il tema “Via Francigena del Sud” è un progetto da definire, cosa si dice e a nome di chi si parla nei vari congressi, anche internazionali, dove la Puglia viene rappresentata? Se fossi amministratore di un comune interessato al percorso della Via Francigena chiederei conto su come e con quali motivazioni si rappresenta un territorio dove vive la comunità che amministro.
I seminari si trascinano piuttosto stancamente, anche perché gli interventi programmati sono a contorno del piatto cucinato da Ceschin. È successo anche a San Giovanni Rotondo, dove pure c’era un discreto pubblico. Ma nessuno dei relatori (a proposito perché l’Università di Foggia continua a prestare il suo patrocinio alla manifestazione se non c’è alcuna base scientifica né didattica?) ha spiegato perché si chiama Via Francigena, ma soprattutto qual è il suo percorso. Così come nessuno spiegherà che sulla Via Francigena è stato costruito un doppio bluff. Il primo riguarda il tratto fino a Roma: con una forzatura si è partiti da Canterbury perché faceva comodo per il riconoscimento del Consiglio europeo. Il secondo è il “nuovo” tratto da Roma in giù, che fa comodo a Opera Romana Pellegrinaggi (il più grande tour operator al mondo). La Via Francigena del Sud, così come la vuole ORP, non esiste. E poco importa se si cerca, in modo maldestro, di mettere una pezza alle serate dedicate al tema, definendo i seminari, incontri sulle Vie Francigene. A San Giovanni Rotondo qualcuno ha moltiplicato le Vie (ma padre Pio non c’entra). Presto lo vedremo camminare sulle acque…

 

      • 29 luglio 2012

LA VIA FRANCIGENA DEL SUD

sulle orme di Filippo II Imperatore

 

Il giorno 5 agosto p.v. parto per Roma dove inizio il cammino sulla  Via Francigena del Sud seguendo le orme di Filippo II  Imperatore  nel  suo rientro in Francia dalla Terza Crociata nel 1191.

Si inizia il rilievo del percorso da Roma ad Otranto,  seguendo anche  le orme dell’Arch. Walter Di Paola e di Franco Cinti e Monica D’Atti per quanto il loro cammino coincida  con quello indicato dai documenti storici (Italo Moretti )

Alla partenza saremo un piccolo gruppo , armati di GPS e di tanta volontà ed entusiasmo, fra pellegrini Ian Brodrik della Confraternita di Gerusalemme  inglese, Stefano Biancone dell’associazione Ultreia del Lazio, e Ricercatori  arch.  Luigi Oliva dell’Università del Salento. Ci seguiranno da casa con  “ trepitazione”  Giovanni Caselli, noto studioso,   e la Prof. Anna Trono, coordinatrice del progetto.

E’ bene ricordare cosa erano le strade nel medioevo leggendo la nota di Italo Moretti.Preferiamo riportare i testi integrali di studiosi, evitando di fare riassunti  degli stessi svilendone il valore.

 

      • 28 luglio 2012

OPEN GEODATA

C’è  un cambiamento nel mio  programma. Non vado  a Stade in Germania per rilevare la Via di Nikulas che Nino Guidi sta percorrendo. Preferisco dedicarmi  al rilievo della Francigena del Sud insieme ad altri pellegrini e ricercatori.

Ho già inviato la cartografia della Germania a Nino per un percorso di 740 km  realizzata  con la base  scaricata gratuitamente da OPEN STREET MAP: Incredibile la quantità di  informazioni  in essa  contenute che solo in Germania può accadere. Infatti in Francia, ne tanto meno in Italia, la cartografia OSM non ha nessuna attendibilità, contenendo pochissimi informazioni per nostri i scopi.

In Italia il reperimento di cartografie è veramente difficile: quella IGM non è aggiornata e ha un costo impossibile da sostenere. La cartografie regionali non sono sempre  disponibili per un’incomprensibile mentalità protezionista. Solo alcune Regioni le mettano a disposizione in modo gratuito come ad esempio la Puglia.

E’ per questa ragione che è nata l’associazione OPEN GEODATA

www.opengeodata.it ) la cui finalità quella di fare pressione sulle Pubbliche Amministrazioni (PA) proprietarie di dati geografici perché siano resi disponibili gratuitamente a chi ne fa richiesta.

Questa è un’ iniziativa dell’Arch. GIOVANNI BIALLO, grande esperto di Sistemi Informativi Territoriali, che conosco da molto tempo. Mi sono pertanto iscritto a questa associazione  ritenendo  i suoi obbiettivi degni di un paese civile poiché    questi dati geografici ( delle PA ) sono anche utili agli altri Enti, alle aziende ed ai privati, e possono concorrere, se resi facilmente disponibili, a far crescere l’economia del nostro paese grazie al valore aggiunto che questi soggetti possono generare.

Credo lo stesso atteggiamento dovrebbero  adottare anche  coloro che si dedicano  al rilievo della Vie Storiche di Pellegrinaggio sia in Italia che all’estero. Tutti noi dovremmo  liberalizzare i propri  tracciati perché siano utilizzati sia per percorrerli che per poter facilitare  migliorie e la manutenzione del percorso, puntando ad un unico tracciato per ogni  via storica.

La nostra associazione  mette già a disposizione di chi li vuole i propri tracciati nei diversi formati sia scaricabili dal nostro sito che richiedendoli per e mail  se  non  ancora  pubblicati.

TUTTI INSIEME PER QUESTA GRANDE RISCOPERTA DELLA

VIE STORICHE CULTURALI DELL’EUROPA.

FRANCO

      • 26 giugno 2012

“DESTINAZIONE SANTIAGO”

Don  Sandro Lusini ci fa sapere che è in vendita il suo libro sul Cammino di Santiago

“La strada. Prima di tutto, la strada… La strada è un percorso iniziatico, un itinerario ascetico. Non a caso il simbolo più appropriato è il Labirinto. La strada ti prende, t’irretisce, ti cambia. Essa stessa è traguardo, essa stessa è fine… La strada è il caldo afoso della Meseta e la pioggia del Cantabrico, è il vento che ti entra nelle ossa… è il sorso di vino e il boccone di formaggio mandati giù camminando, è la preghiera che ti sale da dentro e che ti si arresta a fior di labbra…

Questo è un libro, a modo suo, molto umile ma anche molto ambizioso… Portate dunque con voi questo libro, nella vostra sacca da pellegrini segnata dalla vieira atlantica. E apprestatevi a un’esperienza che durerà qualche giorno, o magari alcune settimane, e che poi vi accompagnerà per sempre. 
Ultreja!”
(dalla prefazione di Franco Cardini)

EDITORE MORINI
Via Monte Pertica n°14a  58100 Grosseto Italia ,Tel. +39 0564 453073 , Cell. +39 347 6481527
www.moronieditore.it, info@moronieditore.it

Il ricavato della vendita del libro è destinato dall’autore per la realizzazione di un padiglione pediatrico dell’ospedale
“Notre-Dame de la Misericorde” di Bam in Burkina Faso (Africa). Don Sandro Lusini

      • 22 giugno 2012

Dall’Islanda a Roma

Nino Guidi di Pisa è venuta un’idea straordinaria.: ripetere il viaggio di Nikulas, abate benedettino del monastero di Munkathvera in Islanda che fece nel 1154  per  arrivare a Roma e proseguire per poi per Gerusalemme.Via di Nikulas

Nino lo ha pensato e lo sta facendo. Ora è in Islanda con Giovanni e stanno camminando. Il 2 agosto , se tutto va bene, lo raggiungerò  a Stade in Germania per accompagnarlo per un tratto, forse fino a Mainz. Sto preparando le cartografie ed  il  tracciato Germania: insieme dovremmo rilevare il percorso raccogliendo i dati necessari per una prima conoscenza del territorio. Tutti possono seguire l’avventura di Nino sul suo blog http://ilcamminoritrovato.blogspot.com/  per 150 giorni fino a Roma. Sarebbe bello avere i vostri commenti  per un’avventura così straordinaria.

      • 19-20 giugno 2012

Da La Verna ad Arezzo sulla Via le Celle di San  FRANCESCO

Giovanni Gallastroni, ospitaliero del rifugio del Rigutino, ha ideato un nuovo percorso che da La Verna raggiunge Assisi seguendo la tradizione delle soste di San Francesco e cioè l’Eremo La Casella, il Castello di Montauto, Arezzo,  Castefiorentino, l’Eremo delle Celle,Cortona e così via fino ad Assisi. Si  sta lavorando per realizzare il percorso ed  una guida. Giovanni e Fabio sono a disposizione dei pellegrini per raggiungerli e portarli all’ospitale  del Rigutino se non dovessero trovare una sistemazione.Questo percorso diviene interessante nel contesto delle vie storiche della Toscana, permettendo di passare da una via ad un’altra ed in particolare per raggiungere la via Francigena sia a Nord che a Sud.   Guardate in che modo

ACQUA PASSATA

      • 19-20 giugno  2010

Intervista di Radio 1 a Giovanna e Guido pellegrini sul Cammino Primitivo  Clicca per ascoltare

      • Pellegrinaggio di  GRATIA ET BONAVENTURA

da Ronciglione a Castiglion d’Orcia  storia

 

      • Alberto Solana: un pellegrino jacobeo

Qualche giorno fa, ho ricevuto un’ e mail da Alerto Solana, pellegrino di Madrid,che trovandosi in Italia in tournèe con il Coro de la Comunidad de Madrid, ha manifestato il desiderio di visitare Firenze ma soprattutto di andare a Pistoia per rendere omaggio a San Giacomo nella Cattredale di San Zeno.
E’ stata una gioia accogliere Alberto che conoscevo per i suoi numerosi interventi nel Forum Jacobeo, e accompagnarlo a Pistoia come desiderava e possibilmente cantare, in onore di Santiago in Cattedrale “DUM PATER FAMILIAS” di Anonimo Medioevale. Siamo arrivati a Pistoia dove avevo dato appuntamento anche a Alessandro e Susanna Ricci per creare un piccolo gruppo di pellegrini jacobei . In sacrestia, dove il clero si stava preparando per la Messa Solenne siamo riusciti ad ottenere l’autorizzazione per l’intervento di Alberto alla fine della messa mentre i sacerdoti uscivano in processione. Ho voluto riprendere con la mia macchina digitale il film dell’evento, ma tale era la mia emozione che la si percepisce, dal tremore della mia mano, nelle immagini della ripresa.
Abbiamo visitato la Cappella di San Giacomo ed il sacrestano ci ha aperto la Porta dei Pellegrini dalla quale i pellegrini di Pistoia e non solo, iniziavano il loro cammino. Questo fatto ha rinnovato il desiderio della nostra Associazione di riscoprire un antico percorso ed di unire Pistoia alla Via Francigena e possibilmente alla Pianura Padana per rivitalizzare queste Vie di Pellegrinaggio per coloro che desiderano iniziare il loro pellegrinaggio da Pistoia, città toscana importante nella storia dei pellegrinaggi in Toscana.
Alberto Solana è membro dell’ Asociacìon Galega Amigos do Camino de Santiago ed abbiamo tutti e due espresso il desiderio di collaborare ed eventualmente fare delle azioni comuni per la difesa e la protezione di tutte le Vie Europee di pellegrenaggio.
Franco Alessandri

 

      • I DENARI DI CARLO MAGNO

La ZECCA DI LUCCA ha il progetto di coniare nuovamente le antiche monete di Carlo Magno, quelle monete che mille e duecento anni fa circolavano sulla Via Francigena
Tali monete furono prodotte ad Aquisgrana dove Carlo Magno risiedeva e nelle tre zecche che in epoca longobarda, erano attive, Lucca, Milano e Pavia.
Nel Capitolare di Francoforte compilato nell’anno 794, che si compone di 56 leggi, Carlo Magno impone la circolazione della sua moneta, il Denaro d’argento, in questi termini:
…..
Articolo 5 “inoltre sappiamo quanto abbiamo stabilito sulla moneta: che in ogni luogo. in ogni cittá, in ogni mercato ugualmente vadano questi denari e siano accettati da tutti. Se poi qualcuno rifiuta in qualche luogo, per qualche negozio di compra e vendita i nomisma col nostro nome che sono di puro argento e di peso pieno, se é un uomo libero paghi quindici soldi di multa all’opera regia; se é di condizione servile perda quel negozio, se é suo, o sia flagellato nudo al palo davanti al popolo; se invece lo avrá fatto per ordine del suo padrone, allora quello paghi quindici soldi di multa”.

La riforma monetaria che operò Carlo Magno consentì all’Europa del suo di ottenere un nuovo ordine economico con la circolazione di una moneta unica, quasi un denominatore comune in un vasto territorio in cui agivano molte diversità etniche ed economiche.

 

  • A LUCCA IL SEMINARIO DI RICERCA “LE UNIVERSITA’ PER LA VIA FRANCIGENA”

Quali iniziative possono intraprendere gli atenei delle città che si affacciano lungo il suo percorso per promuovere uno dei principali itinerari culturali europei? Di questo e altro parleranno gli undici accademici riuniti presso la sede della Fondazione Campus Studi del Mediterraneo.  6 Ottobre 2008

LUCCA – Uno dei principali itinerari culturali europei, la Via Francigena, è al centro di un seminario di ricerca che si terrà il 24 e 25 ottobre a Lucca presso la sede della Fondazione Campus Studi del Mediterraneo (via del Seminario I/790, Monte San Quirico) e dell’Associazione degli Industriali della Provincia di Lucca.
Promosso ed organizzato dalla Fondazione Campus e dall’Associazione Europea delle Vie Francigene e con il sostegno dell’Associazione degli Industriali della Provincia di Lucca, il seminario dal titolo “Le Università per la Via Francigena” vedrà la partecipazione di professori universitari provenienti dagli atenei delle città che si affacciano lungo il percorso (precisamente Aosta, Vercelli, Pavia, Parma, Siena) e da esperti del settore appositamente inviati dalle università di Pisa e Genova.
Il seminario rappresenta un’occasione per parlare di cosa possono fare le università per promuovere la Via Francigena ma soprattutto per valorizzare dal punto di vista turistico i territori attraversati da questa strada “maestra” che in passato è stata percorsa da migliaia di pellegrini in transito verso Roma, seguendo le orme di Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, che nel 990 d.c. ne tracciò il percorso di ritorno dalla visita al Papa Giovanni XV.
L’apertura dei lavori è in programma venerdì 24 ottobre alle 17,30 presso la sede dell’Associazione degli Industriali della Provincia di Lucca (piazza Bernardini, 41): dopo i saluti del presidente della Fondazione Campus Studi del Mediterraneo, Salvatore Veca e del presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, Massimo Tedeschi, seguirà una lezione magistrale dal titolo “La Via Francigena, le strade di pellegrinaggio e le Crociate” tenuta dallo storico e saggista italiano, nonché ordinario di Storia Medievale presso l’Università degli Studi di Firenze, Franco Cardini.
Il mattino seguente (sabato 25 ottobre) gli studiosi si ritroveranno alle 10 presso la sede della Fondazione per un incontro che sarà presieduto dal professor Salvatore Veca. Seguirà nel pomeriggio un momento di confronto e discussione sulle tematiche affrontate durante la mattinata, che sarà diretto da Renata Crotti, docente di Storia Medievale presso l’Università di Pavia e membro dell’ufficio di presidenza dell’Associazione Europea delle Vie Francigene.
Per informazioni: 0583/333419-333420 (opzione 0)

Ufficio Stampa Fondazione Campus Studi del Mediterraneo
Michele Ricci: 347/6234930

  • A Viterbo, per parlare di Francigena, e non solo

L’Osservatorio Foreste e Ambiente è stato istituito nel 2000 all’interno della Fondazione San Giovanni Gualberto presso l’Abbazia di Vallombrosa, in occasione delle celebrazioni del millenario della nascita del Santo, venerato Patrono dei Forestali d’Italia.
Scopo dell’Osservatorio è quello di dare impulso scientifico all’opera di conservazione e di miglioramento delle foreste e dell’ambiente in genere, in un’ottica di valorizzazione complessiva di tali beni, compreso il loro profilo culturale e spirituale, promuovendo anche l’impegno etico di quanti, per studio o professione, a loro si dedicano.
Da più anni l’Osservatorio organizza un convegno primaverile a Vallombrosa, finalizzato alla prevenzione dei danni che il bosco può subire, per incendi o altre cause avverse, e un incontro autunnale presso la Basilica di S. Anselmo a Roma, incentrato sui valori non materiali ed extra-mercantili del bosco.
Quest’anno l’incontro di ottobre avrà un taglio particolare, in quanto tenderà ad illustrare quel particolare incontro ravvicinato con i boschi, con gli ambienti naturali e aperti, che ha la fortuna di avere chi percorre le storiche Vie dei Pellegrini, sollecitato da motivazioni spesso complesse, che in parte conservano aspetti di mistero, e perciò di gran fascino, per la stessa persona che si mette in cammino.
Nel presentare il convegno di ottobre, che con ogni probabilità quest’anno verrà tenuto a Viterbo, una delle località simbolo della Via Francigena, l’Abate Generale dei Monaci Vallombrosani, Padre Giuseppe Casetta, ha proposto di “far parlare non solo chi conosce la storia di queste Vie, ma anche chi realmente le ha percorse, chi si è adoprato e si adopera perché altri le percorrano”.
In questo senso ha chiesto alla Comunità Toscana il Pellegrino di partecipare sia allo svolgimento dell’incontro di Viterbo sia alla sua organizzazione, attendendosi da tale associazione la capacità di “testimoniare che cosa può significare per l’uomo d’oggi percorrere quegli itinerari che l’Unione europea ha incluso fra i Cammini Culturali d’Europa”. Al centro dell’interesse del convegno ci sarà, chiaramente, la Via Francigena.
Si sta lavorando per la data di venerdì 24 ottobre, con la prospettiva di una camminata il sabato seguente lungo un tratto della Francigena, con partenza da Viterbo. Pensiamo possa essere di particolare significato lo scambio di esperienze fra il pellegrino e il naturalista, che sovente percorrono itinerari uguali o simili, per sollecitazioni anche diverse, ma con innegabili punti di convergenza.
Firenze, 10 giugno 2008

Scarica il programma (formato Pdf 1.4 Mb circa)

 

  • 11/06/2008  Nasce la “Rete dei Cammini”

Il giorno 15 maggio 2008 sei fra le associazioni che hanno dato vita a Roma alle “Giornate dell’accoglienza” (13 e 14 maggio) (CAI TerreAlte, Comunità Toscana “Il pellegrino”, Giovane Montagna, Gruppo dei Dodici, Iubilantes, Pellegrini della Francigena) si sono ritrovate a Roma presso la sede della Associazione CIVITA, che ringraziano per l’accoglienza e l’ospitalità, e qui hanno dato vita ad una iniziativa assolutamente innovativa in Italia: la creazione di una CONSULTA di associazioni impegnate nello sviluppo e tutela del cammino a piedi sulle vie storiche di pellegrinaggio.
L’idea di una “Consulta di associazioni” nasce dall’esigenza – da tempo sentita e condivisa da tutte le associazioni partecipanti – di azioni coordinate di valorizzazione e tutela del pellegrinaggio a piedi promosse dai pellegrini stessi e dalle associazioni che li tutelano; associazioni, come appunto le promotrici, accomunate da una consolidata esperienza di pratica e tutela del pellegrinaggio a piedi sui grandi itinerari storici.
La Consulta dei Cammini intende porsi come prima vera occasione per dare volto e voce nazionale ed internazionale alle associazioni di pellegrini, la cui azione è fondamentale per la diffusione della cultura del cammino e per la vita stessa dei cammini.
Intende porsi come spinta ad un vero coordinamento nazionale sulla tutela del pellegrinaggio a piedi, indispensabile per realizzare azioni efficaci, coerenti, durature e profondamente legate al territorio, perché prodotte da enti operanti nel vivo del territorio stesso.
Con questa fiducia, le associazioni promotrici diffondono questa loro proposta ed Invitano le associazioni competenti ed interessate a segnalare la propria condivisione e volontà di adesione, per potere dare avvio al più presto alla fase costitutiva.

Info, contatti, adesioni a:
Alberto Alberti – GRUPPO DEI DODICI – e-mail: ro_albea@hotmail.com
Ambra Garancini – IUBILANTES ONLUS – e-mail: iubilantes@iubilantes.it

 

  • Per Sabato 19 aprile 2008

l’Associazione Pellegrini della Via Francigena
organizza Camminata sulla Francigena da Altopascio a ponte a Cappiano

Incontro alle ore 08.30 nel centro storico di Altopascio ed inizio del cammino
inaugurando un nuovo tracciato, tra Altopascio e Galleno, fuori della pericolosa strada Romana.
Alle ore 11.00 è previsto l’arrivo a Galleno, passando su un tratto di antico selciato di Francigena.
Seguirà la commemorazione di Leopoldo Pellegrini, l’ultranovantenne scomparso un anno fa,
e guida per antonomasia delle Cerbaie.La cerimonia consisterà nella consegna ai familiari
di una pergamena stilata dalla nostra associazione e dal Comitato Civico pro Francigena di Galleno, insieme ai tre Comuni di Altopascio, Castelfranco di Sotto e Fucecchio.
Seguirà la deposizione di una corona sulla tomba di Poldino.
Quindi si attraverseranno i boschi delle Cerbaie fino all’arrivo a Ponte a Cappiano, previsto per le 14.00-15.00
Il rientro ad Altopascio sarà effettuato con autobus (perciò sarete invitati a prenotarvi per tempo, pena l’esclusione dal trasporto). Per le ore 17.00 sono previste visite guidate al centro storico dei Cavalieri del Tau
oppure all’interessante museo di Orentano. I tre Comuni sponsor dell’iniziativa, e il Comitato Civico pro Francigena di Galleno insieme alla nostra Associazione, vi invitano a partecipare alla manifestazione