LETTURE

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INDICE:

Insegnerai a volare – Maria Teresa di Calcutta

ODE ALLA VITA – Pablo Neruda

1. Elogio dei piedi – Erri De Luca

2. Piedi nudiOlimpio Cari

3. A piedi nudi – Franco Malanga
4. Ricordi d’infanzia – Maria Stella Brancatisano
5. La forza delle parole – Sandro Pertini
6. Proverbi tibetani
7. Benedizione Apache
8. Consiglio del saggio
9.  La Croce di ferro
10. Differenza tra religione e spiritualità
11. Hanno detto…
12. In cammino…  – Ruben Blades
13. Non vedo la strada – Thomas Merton
14. A Strada mia – Trilussa
15. “L’albero dei suoni” – Erika Paola Giomi
16. Primo Mazzolari
17. Riflessioni sul Pellegrinaggio a Santiago di Compostela
18. Polvere – Enrique Garibay
19. Porta patet omnibus
20. Veri e falsi pellegrini – Abate Sébastien IHIDOY
21. Camminando – Ruben Blades
22. Sensation – Artur Rimaud (marzo 1870)
23. Polvo, barro, sol y lluvia
24. Cantares… – Antonio Machado
25. Preghiera del Pellegrino
26. Antologia di Spoon River – Edgar Lee Masters

1. Elogio dei piedi – Erri De Luca

Perché reggono l’intero peso.
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.
Perché portano via.
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin.
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella.
Perché non sanno accusare e non impugnano armi.
Perché sono stati crocefissi.
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l’appoggio.
Perché, come le capre, amano il sale.
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.

 

2. Piedi nudi Olimpio Cari

Vengo dall’Oriente ho attraversato montagne e vallate pianure e deserti
Nella poesia del sinto Olimpio Cari la memoria e il sogno di libertà degli zingari. 

PIEDI NUDI

Piedi nudi nella polvere 
piedi nudi sui sassi 
e sotto il sole 
la strada è lunga 
il cammino tortuoso 
gli stanchi cavalli 
trainano carri 
carri verdi gitani 
mio padre beveva 
mia madre cantava 
la ninna nanna.
Piedi nudi nel fango 
piedi nudi nell’acqua 
e sotto la pioggia 
un bimbo gitano 
ha fame e sete 
e la gente sogna 
quando vede i carri 
carri verdi gitani 
mio padre dormiva 
mia madre cantava 
la ninna nanna.
Piedi nudi nell’erba 
piedi nudi nei boschi 
ma nella città 
il bimbo gitano 
diventato uomo 
si guarda indietro 
ricorda i carri 
carri verdi gitani 
mio padre sognava 
mia madre cantava 
la ninna nanna.

3. A piedi nudi – Franco Malanga

A piedi nudi ricalcherò le tue orme, 
per ricevere la sensazione del tuo calore;
A piedi nudi ti seguirò nell’ombra 
per paura che altri possano vedermi;
e…, a piedi nudi discenderò, assieme a te, 
in silenzio… 
gli ultimi gradini della mia esistenza,
e…, nel degrado tortuoso di questa infinita discesa, 
tu mi lascerai solo la scia del tuo sapore!
Un sapore di gioie, di dolore, di amarezza, 
un sapore di attese,… di privazioni amorose!
Vorrei raggiungerti, 
vorrei prenderti per mano!
eh!…, vorrei, a piedi nudi, 
calcare assieme, per un solo istante, 
questa nostra vita! 

4. Ricordi d’infanzia – Maria Stella Brancatisano

 Ricordo i momenti della mia infanzia,

triste, è vero, ma più ricca di adesso
vivevo tra i fiori… le montagne… le lucciole
… l’uva… le noci, ogni cosa era importante:
la donna con i pesi sulla testa, gli uomini,
che tornavano, con passo stanco,
di sera, con l’asino… dai campi…!

C’era, è vero, tanta fame, ma il cuore
Era più ricco… pur in tanta povertà…!

Oggi mi sento più povera e più sola.
Io… bimbetta… con i piedi nudi, sentivo
la rudezza della terra e delle pietre sotto
I piedi…
mi ferivano… quelle pietre: ferivano
il mio cuore, ma anche la mia carne.

Ricordi… rimossi nel tempo… coperti
Da scarpe di pelle, regalate dal consumismo
Troppe oggi… poche ieri…!

Quanti ricordi… oggi sopiti…
Sotto la pelle di queste scarpe, che
Ammassate, hanno scacciato il ricordo di ieri…

Oggi, le mie tante scarpe hanno coperto
I miei ricordi: anche il ricordo dei miei piedi 
Nudi
A contatto col freddo e con il caldo della terra…
Ed io, bimbetta fragile, passavo attraverso
Le stagioni, con i miei piedi nudi e gli occhi
Pieni di sogni e di tristezza…!

Chissà… come sarebbe stata la carezza
di mio padre… se l’avessi avuto, o il suo
sguardo…! conoscevo solo, lo sguardo dolce
di mia madre, ma avrei perso presto anche quello…!

Guardo, ancora, il mondo con gli occhi
Da bambina, aspetto il sogno e… mi chiedo, ancora…
Come sarebbe stata la carezza di mio padre…?!

Locri 1995


 

5. La forza delle parole – Sandro Pertini

 Mi dica, in coscienza,

lei può considerare veramente libero
un uomo che ha fame, che è nella miseria,
che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa
come mantenere i suoi figli ed educarli?
Questo non è un uomo libero.
Sarà libero di bestemmiare, di imprecare,
ma questa non è libertà.
La libertà senza giustizia sociale è una conquista vana.

6. Proverbi tibetani

 “Un giorno camminando in montagna, ho visto un animale. Avvicinandomi ho visto che era un uomo. Arrivando da lui , ho visto che era mio fratello”
“E’ sempre il più cattivo ballerino colui che si lamenta della pendenza della collina”
“Non è il paesaggio che è piccolo, è la finestra per la quale lo si guarda”
“Quando tu arrivi  alla sommità della montagna, continua ad arrampicarti.”
“ Il sentiero è unico per tutti, i mezzi per raggiungere la fine variano con il viaggiatore”
“Il viaggio insegna  la tolleranza “

7. Benedizione Apache

Che il sole ti porti nuova energia ogni giorno,
che la luna ti ristori dolcemente ogni notte,
che la pioggia lavi via le tue preoccupazioni,
che il vento soffi nuova forza nel tuo essere,
che tu possa camminare dolcemente attraverso il mondo e conoscere la sua bellezza tutti i giorni della tua vita.

8. Consiglio del saggio

“Se sei triste sorridi,la morte è peggio
Se sei arrabbiato….. sorridi,
la morte è peggio!
E se sei morto, sorridi uguale!
(tanto il peggio è passato!)”

9.  La Croce di ferro

… Raccogli una pietra che non pesi molto nel tuo zaino e che tu possa tenere nelle tue mani,sentirla,manipolarla,accarezzarla, e quando parli con la tua pietra, gli reciti la poesia di Léon Felipe:
“ così è la mia vita,
pietra
come te,come te,
piccola pietra;
come te, pietra leggera;
come te,
pietra che rotoli
sulla carreggiata
e per i sentieri;
come te,
umile pietra della strada
come te,
che nei giorni di tempesta
sprofondi
nel fango della Terra
e dopo
tu scintilli
sotto gli zoccoli
e sotto le ruote;
come te
non utilizzata nemmeno per essere pietra
di un portale,
ne pietra di tribunale,
ne pietra di palazzo signorile,
ne pietra di chiesa;
come te,
forse fatta
solo per una fionda,
piccola e leggera pietra…
Racconta le tue pene alla pietra….e le tue gioie.Caricala di te stesso durante queste giornate fino al tuo arrivo a Maragaterìa. Al contatto delle tue mani e del tuo spirito, la pietra non è più un piccolo sasso,poiché si riempie di senso e diviene un simbolo,immagine del tuo proprio spirito,umile sasso del Cammino,della carreggiata,ciottolo che rotola nella via. A partire da Rabanal prendi la pietra fra le tue mani e accarezzala.

A Fontelobaton lascia che la tua anima sia intimidita dalle case distrutte,dalla chiesa trasformata in stalla ed in fienile,dalle campane senza batacchi,dalle fontane senza acqua,dalla solitudine stessa dei ruderi.Si direbbe che il Male sia divenuto il signore della Maragaterìa e della sua strada. Tutto il male che c’è in te,il male dell’umanità,il male del mondo si materializzano in questa pietra. Lentamente tu riconquisti la tua calma guardando il Teleno e le valli lasciate dietro di te.

Tutto ad un tratto tu vedi la Croce di Ferro. Ti avvicini lentamente alla piccola montagna di pietre e pensi che tutte le sofferenze degli uomini, tutte le notti nere, tutte le angosce sono state convocate a quest’ immenso Golgota che corona la Croce. Ciascun delle sue pietre è una vita messa ai piedi di Colui che è il Signore Crocifisso”

“ Signore Gesù, non è il male che ha l’ultima parola, poiché Eccoti elevato sopra a tutto nell’eterno Golgota della sofferenza del mondo.Alla tua Croce è crocifisso il male e di conseguenza, salvato e riscattato. Salvami piccolo sasso che rotoli sui sentieri della vita. Assumi anche i miei mali, elevarmi ed attirami verso di te”

Mettiti di fronte alla Croce,bacia la pietra,chiudi gli occhi e lanciala con tutta la forza sul mucchio. Lascia che tutti i dolori del mondo intero che la croce rappresenta, si stemperino in Lui.

10.  Differenza tra religione e spiritualità

“La differenza tra religione e spiritualità (o fede) è che mentre la prima nasce dagli uomini ed è diretta verso la divinità, la seconda nasce da Dio ed è rivolta agli uomini. Mentre nella religione conta ciò che l’uomo fa per Dio, la spiritualità nasce da ciò che Dio fa per gli uomini.
Nella religione è sacro il Libro.Nella spiritualità è sacro l’uomo.
Nella religione è importante il sacrificio, nella spiritualità l’amore.
Le crociate e le guerre sante non nascono dalla spiritualità, ma dalla religione.
Per questo è illusorio pensare che le religioni possano portare la pace nell’umanità.
Le religioni sono per loro natura violente”.
(Dal libro del biblista fra Alberto Maggi  “E se Dio rifiuta la religione?” – Pagina 57 – Cittadella Editrice

11.  Hanno detto…

 Non mi riconosco in una religione,ma quando sono fra le  montagne dell’Himalaya parlo con DIO perché lì sta di casa da millenni – TIZIANO TERZANI

Me ne vado tranquillo pensando di essere una piccola parte di un tutto che è l’universo- FOSCO MARAINI

Non fate niente che sia contrario all’amore LEON TOLSTOI

 

Si deve sapere che la vita di ognuno è in relazione all’amore che possiede,

Si deve essere capaci di vivere senza niente. Esisterà pur sempre un pezzetto di cielo da poter guardare… Ety Hillesum

Ama l’anziano o vergognati di essere uomo. Ety Hillesum

12.  In cammino…  – Ruben Blades

Camminando
si apprende la vita

camminando
si conoscono le cose

camminando
si sanano le ferite del giorno prima.
Cammina
guardando una stella
ascoltando una voce
seguendo le orme di altri passi.
Cammina
cercando la vita
curando le ferite
lasciate dai dolori
niente può cancellare il ricordo
del cammino percorso

13. Non vedo la strada – Thomas Merton

Signore mio Dio,
non ho alcuna idea di dove sto andando,
non vedo la strada che mi è innanzi,
non posso dire con certezza dove andrò a finire.
E non conosco neppure davvero me stesso,
e il fatto di seguire la tua volontà
non significa che lo stia davvero facendo.
Sono però convinto che il desiderio di amarti
è già amarti.
Avrò sempre fiducia in te
per quanto mi possa sembrare di essere perduto
e avvolto nell’ombra della morte.
Non avrò paura,
perché tu sei sempre con me
e non mi lascerai mai solo di fronte ai pericoli.

 

14.  a Strada mia – Trilussa

La strada è lunga,

ma er deppiù l’ho fatto:
so dov’arrivo è nun me pijo péna.

Ciò er core in pace e l’anima serena,
der savio che s’ammaschera da matto.

Se me frulla un pensiero che me scoccia
me fermo a beve e chiedo ajuto ar vino:
poi me la canto e seguito er cammino
cor destino in saccoccia.

15.  “L’albero dei suoni” – Erika Paola Giomi

dedicato ai bambini dai 9 giorni ai 99 anni

passa il tempo,
si aggiungono gli anni alla Vita.
aggiungi Vita
agli anni e al tempo che passa
prendi tempo, fermati, ascolta
i suoni e i silenzi
 

16.  Primo Mazzolasi

Abbiamo imparato a valutare il carico massimo di una nave,

la portata di un ponte, il carico di un cammello e di un cavallo,
e non ci curiamo di sapere fin dove reggono le spalle di un uomo.

17. Riflessioni sul Pellegrinaggio a Santiago di Compostela

  riflessioni del Pellegrino sul perché (raccolte qua e la)

-Gente di razza strana

 La coscienza d’Europa si fece pellegrinando a Santiago – Goethe

-I benefici sono tanto grandi che vale la pena scuotersi dalla pigrizia

-Camminare fa bene

-Diversamente dal Trekking bisogna andare a caccia di ragioni

-Il pellegrinaggio e’ l’unica forma pacifica di conquista

-Un modo antico ,popolare,e sofisticato di conoscere le cose

-In cerca di emozioni

-Il Pellegrino e’ sempre in cerca di qualcosa,Perdono,Avventura,Gloria,Giustificazione della vita,Se Stessi

-Espiazione della colpa o domanda di grazia
-Sono stato scelto?:non avrò “per caso”risposto con la mia libertà a una chiamata di un entità superiore,da DIO?
-Un motivo per capire come e’ cambiata la nostra vita e come stiamo cambiando noi stessi.
Rolan Barthes ha scritto:”Camminare e’ forse ,mitologicamente il gesto più comune ,e quindi più umano”.
-Una volta si camminava per salvarsi l’Anima,oggi lo si fa per Cercarla
-La cifra del Pellegrino è : l’Essenziale,il Silenzio,la Lentezza,La Solitudine
-E’ l’avere del tempo per Se ,perché e ore e i giorni che strappi alla quotidianità per dedicarti al    “Cammino”,sono una dimensione che vale come e più dei chilometri.
-Perché tante volte ho ripetuto il Cammino?:Ogni volta torno a casa con qualcosa di nuovo,come se fosse la prima volta.
-Il Cammino ormai l’ho fatto e rimane mio per SEMPRE. Franco Cellai -01.10.2006

18. Polvere – Enrique Garibay

Polvere, fango,sole e pioggia
È il cammino di Santiago
Migliaia di pellegrini
E più di mille anni.
Pellegrino chi ti chiama ?
Né il Campo delle stelle
Né le grandi cattedrali
Non è la bravura navarra
Ne il vino della Rioja
Ne i frutti di mare galiziani
Ne i campi castigliani
Pellegrino chi ti chiama?
Che forza misteriosa ti attrae?
Ne le genti del Cammino
Ne le usanze rurali
né le usanze rurali
Non sono la storia e la cultura,
né il gallo della Calzada,
né il palazzo di Gaudì,
né il castello di Ponferrada
………………………………..
Tutto ciò vedo passando,
Ed è una gioia veder tutto
Ma la voce che mi chiama
La sento molto più nel profondo
La forza che mi spinge
La forza che mi attrae
Non so spiegarla neanch’io
Solo Lui lassù lo sa

19. Porta patet omnibus

La puerta se abre a todos, enfermos y sanos; no solo a católicos,
sino aún a paganos, a judíos, herejes, ociosos y vanos,
y más brevemente a buenos profanos.

Porta patet omnibus, infirmis et sanis, Non solum catholicis,
verum et paganis, Judaeis, hereticis, otiosis, vanis,
Et, ut dicam breviter, bonis et profanis.
La porta si apre a tutti, infermi e sani; non solo ai cattolici, ma anche ai
pagani, giudei, eretici, oziosi e frivoli e più brevemente ai  buoni profani.
 

20. Veri e falsi pellegrini – Abate Sébastien IHIDOY de parroco NAVARRENX

 Si devono distinguere i veri pellegrini dai falsi pellegrini?

A questa domanda rispondo prima di tutto, con un’altra; chi può giudicare?
E’ vero che le motivazioni degli uni e degli altri sono molto diverse.
Si trovano pellegrini guidati dalla stella della fede e che vanno,come San Francesco d’Assisi,cantando il vento,il sole e la pioggia. Questi hanno la libertà interiore………
Si incontrano,anche numerosi pellegrini in cerca di una vita più umana, ed e’ forse la motivazione più comune. Io ammiro l’autenticità della loro ricerca.
Ce ne sono altri che sono guidati da considerazioni culturali,turistiche e sportive ma sono molto sensibili alla dimensione spirituale del Cammino.
E’ vero che si trovano sul cammino persone che sono più escursionisti che pellegrini e lo dichiarano.
Ma quanti , dopo aver  iniziato il cammino da marciatori lo terminano da pellegrini ! Ne ho diverse testimonianze. Comunque sia, tutti hanno diritto al Cammino.

Di altri  ci si  domanda se sono vagabondi o pellegrini. Sono rari. Ma anche  se lo sono,perché posare su di essi uno sguardo di condanna  isolandoli? Personalmente  io do loro fiducia e li incoraggio a fare il cammino seriamente con tutte  le esigenze che ad esso si connettono.
Si incontrano delle generosità mirabili.
Vi sono infine degli atei dichiarati. Mi direte: che ci fanno sul Cammino di San Giacomo? Credo di poter rispondere in sintesi: essi cercano una vita più autentica. So che “Dio è all’orizzonte  della ricerca di vita autentica”. Li accolgo  con molto rispetto ed amicizia.
A riprova  di  quanto appena detto a proposito  nel dare un giudizio dei  veri o falsi pellegrini, voglio portarvi questo testimonianza.
Una sera  una giovane coppia belga,con un cane nero, si fermano da me;  tutti e due disoccupati. Dopo aver fatto amicizia e scritto una frase sulle loro credenziali, gli domando: Che cosa cercate sul Cammino ?: E’ lei che mi risponde e non dimenticherò mai l’espressione del suo viso pronunciando queste testuali parole:

“ Noi cerchiamo un po’ di forza, perché siamo fragili
Un po’ di stabilità, perché siamo senza lavoro
Un po’ di equilibrio, abbiamo difficoltà a gestire la nostra vita.”

C’era là una coppia più anziana, un pastore protestante e sua moglie medico. I nostri sguardi si sono incrociati non senza emozione  e quello del pastore mi diceva: ” Ecco dei veri pellegrini”.

Io vorrei fortemente che si smettesse di giudicare i buoni ed i cattivi pellegrini. Non è ingenuità la mia ma realismo.

Allora vi domando : come non accoglierli ? Come non ascoltarli ? Come non  condividere le loro domande e le loro richieste ? Come non essere loro alleati e loro complici ? Il poco tempo che doniamo loro è sublime. Dietro ciascun volto c’è qualcosa di unico che si riceve. Dicevo che accoglierli è un dovere .E’ molto di più, una fortuna,un privilegio.

21. Camminando – Ruben Blades (cantante, musicista, scrittore centroamericano contemporaneo)

 Camminando

Si apprende la vita
Camminando
Si conoscono le cose
Camminando
Si sanano le ferite del giorno prima.
Cammina
Guardando una stella
Ascoltando una voce
Seguendo le orme di altri passi.
Cammina
Cercando la vita,
Curando le ferite lasciate dai dolori.
Niente può cancellare il ricordo
del cammino percorso.

22. Sensation – Artur Rimaud (marzo 1870)

 Nelle estive sere blu, tra i sentieri io andrò,

pizzicato dal grano, a pestar l’erba minuta:
sognatore, sentirò il suo fresco ai miei piedi,
e lascerò che il vento bagni la mia testa nuda.
Io non parlerò, io non penserò a niente:
ma dentro me crescerà l’infinito amore,
e andrò lontano, molto lontano, vagabondo,
nella Natura, fiorente come con una donna


 

23. Polvo, barro, sol y lluvia – scritta su un muro lungo il cammino, all’entrata di Najera (Rioja)

Polvere, fango, sole e pioggia
è il cammino di Santiago
migliaia di pellegrini
e più di un milione di anni.
Pellegrino, chi ti chiama?
quale forza oscura ti attrae?
Non è il cammino delle stelle
né le grandi cattedrali.
Non è la potenza della Navarra
né il vino della Rioja
né i frutti di mari della Galizia
né le campagne della Castilla.
Pellegrino, chi ti chiama?
Quale forma oscura ti attrae?
Non sono le persone del cammino
né le usanze della campagna.
Non è la storia e la cultura,
né il gallo della Calzada
non è il palazzo di Gaudì
né il castello di Ponferrada.
Tutto questo vedo al mio passaggio
ed è un piacere ammirare ogni cosa
ma la voce che mi chiama
la sento molto più nel profondo
La forza che mi spinge
la forza che mi attrae
non so spiegarla nemmeno io
solo chi sta lassù lo sa

24. Cantares… – Antonio Machado

 Tutto passa e tutto rimane

però il nostro è passare,
passare facendo cammini
cammini sopra il mare.

Mai ho cercato la gloria,
né di lasciare il mio canto
alla memoria degli uomini;
io amo i mondi delicati,
lievi e gentili
come bolle di sapone.

Mi piace vederle quando si colorano
di giallo e carminio, volare
sotto il cielo azzurro, tremare
d’improvviso e poi scoppiare.
Mai ho cercato la gloria.

Viandante sono le tue impronte
la via e nulla più:
Viandante non c’e un cammino
si fa il cammino camminando.

Camminando si fa il cammino
e voltando indietro lo sguardo
si vede il sentiero che mai
si tornerà a calcare.

Viandante non c’è una via
ma scia sul mare …
Golpe a golpe, verso a verso…

Qualche tempo fa in questo luogo
dove oggi i boschi si vestono di spine
si sentì la voce di un poeta gridare

“Viandante non c’è cammino
la via si fa con l’andare…”
Colpo dopo colpo, verso dopo verso …
Golpe a golpe, verso a verso…

Morì il poeta lontano dal focolare.
Lo copre la polvere di un paese vicino
Al momento dell’addio lo videro piangere.
“Viandante non c’è un cammino
la via si fa con l’andare…”
Colpo dopo colpo, verso dopo verso …
Golpe a golpe, verso a verso.
Quando il cardellino non può cantare
quando il poeta è un pellegrino.
Quando a nulla ci serve pregare.
“Viandante non c’è cammino
la via si fa con l’andare…”
Colpo dopo colpo, verso dopo verso …
Perché chiamare cammini
i solchi del caso?
Tutto quello che cammina va
come Gesù, sopra il mare
Viandante, sono le tue impronte
il cammino e nulla più;
Viandante non c’è un cammino

la via si fa con l’andare…”
Camminando si fa il cammino
e girando indietro lo sguardo
si vede il sentiero che mai
si deve tornare a calpestare.
Viandante non c’è il cammino

ma le stelle nel mare …

25. Preghiera del Pellegrino

“Signore, io ho preso il mio sacco e il mio bastone,e mi sono messo sulla strada.
Tu mi dici: “Tutte le mie vie sono davanti a te”.

Fà dunque, o Signore, che fino dai primi passi io mi metta sotto i tuoi occhi. Mostrami la tua via e guidami per il retto sentiero. So che la tua via è quella della pace. Per tutti coloro che incontro, donami, o Signore, il sorriso dell’amicizia, l’aperto conforto del saluto, la prontezza attenta del soccorso.
Tu doni, o Signore, la rugiada ai fiori, il nido agli uccelli, e noi Ti diciamo grazie sin d’ora per ogni tuo dono:
per il caldo e per il freddo
per il vento che ci batte sul volto e ci reca la gioia di terre lontane,
per le albe piene di fiducia e per i tramonti ricchi di pace.
Grazie dal conforto che Tu ci dai, affinché ogni ora riprendiamo i nostri passi, affinché arriviamo ad incontrarti. Amen”.

26. Antologia di Spoon River – Edgar Lee Masters

 Sulla cima di una montagna sopra le nuvole

che fluttuavano come un mare sotto di me
dissi: quella vetta è il pensiero di Budda.
e quella è la preghiera di Gesù,
e questa è il sogno di Platone,
e quella là il canto di Dante,
e questa è Kant e questa è Newton,
e questa è Milton e questa è Shakespeare,
e questa la speranza della Madre Chiesa,
e questa – ma tutte queste vette sono poemi,
poemi e preghiere che traforano le nuvole.
E dissi: – Che cosa fa Dio delle montagne
che salgono quasi fino al cielo?