MENS SANA IN CORPORE SANO
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I piedi, i ginocchi, il cuore e la muscolatura rappresentano le parti del corpo più sollecitate in un cammino impegnativo. Dobbiamo conoscerne i limiti e riuscire a comprendere i segnali che il nostro corpo ci invia quando li superiamo.
Bisogna quindi prenderne coscienza con opportuni allenamenti che simulino la situazione in cui ci troveremo sul cammino.
IL PIEDE (Estratto da “Cronaca Francigena N°4” I piedi del pellegrino di Luciano Mazzucco Specialista in Ortopedia e Traumatologia)
Il piede è una struttura molto complessa, sede di numerose terminazioni sensitive, che come attore protagonista del passo fa conoscere al cervello lo stato del terreno su cui poggerà e quindi permette l’elaborazione di una risposta motoria che metterà in condizione il piede di appoggiare il peso e spostarlo nello spazio.
Durante il passo il movimento del piede è sostanzialmente finalizzato a tre scopi:
· ammortizzare dell’impatto con il suolo,
· mantenere un sostegno stabile
· progredire nello spazio.
Per l’ ammortizzazione è determinante la mobilità e l’elasticità delle articolazioni del retro piede, fra il momento dell’inizio del contatto del tallone fino a quando la pianta del piede ha il pieno appoggio al suolo.
Il sostegno viene dato dalla attivazione sinergica dei muscoli della gamba e della pianta del piede. La progressione avviene per la spinta attuata dei muscoli flessori delle dita.
Da un punto di vista biomeccanico, lo svolgimento del passo prevede una
· fase di appoggio e contatto
· rilassamento,
· irrigidimento
· propulsione e stacco.
Il peso del corpo viene alternativamente caricato su un solo piede ed in questa fase, nel piede caricato, la circolazione sanguigna è “compressa” per cui il sangue è “scacciato” via dal peso; il sangue ritorna con il suo apporto di nutrimento e ossigeno quando il piede è invece nella fase di stacco dal terreno, senza carico. Quindi il succedersi della fase di carico e di non carico, oltre
alla contrazione dei muscoli degli arti inferiori, permette di “spremere” il sangue dai piedi ed inviarlo verso il cuore, come spinto da una pompa. Durante il passo, il piede viene nutrito dal sangue per metà tempo, mentre per l’altra metà ha poco sangue a disposizione ed è sottoposto a sforzo.
Un passo troppo veloce, ad esempio, aumenta, nell’unità di tempo, lo sforzo e riduce il tempo di nutrimento, portando ad un accumulo nel piede e nelle gambe di sostanze di rifiuto
(tipo acido lattico).
Un breve periodo di riposo (5-10 minuti), magari con le gambe alzate, ogni due ore di cammino aiuta lo smaltimento delle sostanze di rifiuto.
LE VESCICHE (Estratto da “Cronaca Francigena N°4” I piedi del pellegrino di Luciano Mazzucco Specialista in Ortopedia e Traumatologia)
Un altro punto critico è lo sfregamento del piede nella calzatura.
La vescica non è altro che l’accumulo di liquido negli strati profondi della pelle e sostanzialmente rappresenta un meccanismo di difesa della pelle contro l’attrito concentrato in un punto. Se il disturbo continua e non si prendono le dovute precauzioni, la vescica aumenta di volume creando un effetto di compressione locale e causando sempre più dolore.
Se la vescica si apre, fuoriesce il liquido contenuto e quindi diminuisce il dolore, però si perde l’effetto protettivo della pelle nei confronti dei piani sottostanti e diventa a tutti gli effetti una ferita, con dolore, possibilità di sanguinamento ed infezione.
A fine giornata (o anche a metà cammino) è bene svuotare le vesciche che si possono essere formate: questo permette di ridurre la compressione, mantenendo la quasi integrità della pelle: dopo un buon lavaggio del piede, si disinfetta la pelle con liquido iodato (Betadine®), si usa un piccolo ago sterile monouso per forare la vescica e dopo lo svuotamento del liquido, si passa ancora una volta il disinfettante e si applica un cerotto, meglio se medicato con un antinfiammatorio (tipo “ketoprofene”). Qualcuno lascia un filo da cucire nella vescica come drenaggio: questo è da evitare perché permette l’ingresso di germi nella vescica, al di là della
barriera protettiva costituita dalla pelle, con rischio di infezione
Preparazione del piede
Sono consigli dettati dall’esperienza e possono non essere validi per tutti.
Prima dell’iniziare a camminare è, consigliabile proteggere le zone che riteniemo soggette al formarsi di vesciche con una garza adesiva di tessuto non tessuto ( Fixomull Stretch ) per poi procedere al massaggio del piede con una crema adeguata. E’ disponibile anche un stick della Compeed che rilascia una pellicola protettiva per evitare lo stregamento diretto della pelle del piede con il calzino. Esistono comunque molti prodotti farmaceutici che proteggono le diverse parti del piede a seconda delle esigenze.
Dopo tante informazioni scientifiche dello specialista un po’ di poesia sui nostri poveri piedi:
IL GINOCCHIO
Altro elemento del corpo molto sollecitato durante il nostro cammino è il ginocchio
Nell’articolo ” Il ginocchio del Pellegrino “ del Dr. Luciano Mazzucco pubblicato sulla sua rivista ” Cronaca dei Cammini” sono riportate tutte le informazioni che servono per comprendere la meccanica del movimento del ginocchio con tutte le componenti che si mettono in moto.
Vedremo quali consigli troveremo nella pagina delle attrezzature per alleviare le sollecitazioni che il cammino genera sul ginocchio.
IL CUORE
Quando si parla del cuore non ci azzardiamo a dare consigli, tanto è delicato e specialistico il problema, e qualsiasi consiglio da parte nostra sarebbe veramente fuori luogo.
L’associazione Assocuore nella pagina del loro sito, propone il programma ” CUORE IN ESERCIZIO” : I tempi e le modalità di esercizio sono valutati da medici e tecnici in relazione alla capacità cardiaca e muscolare, consentendo allenamenti personalizzati e costantemente controllati nell’ottica della massima sicurezza. “
Se poi si tratta di cammini impegnativi e prolungati i consigli e le avvertenze devono essere molto più articolati e complessi e devono tener conto di tanti altri fattori come l’età, il peso, problemi particolari di salute di ogni “pellegrino”, lunghezza delle tappe e condizioni climatiche
Quindi niente improvvisazioni né tanto meno allarmismi.
Attenzione anche al dolore al petto: alcune volte, nonostante che i controlli al cuore escludano problemi cardiaci, il loro permanere deve consigliare esami ancora più approfonditi che solo il cardiologo può consigliare. Questo per esperienza vissute , in quanto, nonostante i controlli senza approfondimenti durante più di un anno del persistere del dolore, si è determinato un infarto devastante o la constatazione dell’ occlusione delle arterie coronariche al limite dell’infarto dopo molto tempo dal persistere del dolore.
La MUSCOLATURA, il nostro motore : allungare i muscoli dopo il cammino
ALCUNI FLASH
Dal giornale La Repubblica del 20/11/2012 :
IPOTERMIA ED INSOLAZIONE
Ci sono altri aspetti di cui tener conto quando si affrontano viaggi a piedi di lunga percorrenza, i fenomeni di ipotermia e di insolazione.
Attraversando i Pirenei a Roncisvalle sul cammino francese abbiamo più volte sentito dire di persone che nella nebbia della montagna o per la presenza della neve hanno smarrito il sentiero rimanendo al freddo della notte. Ricordo, per esperienza diretta, che un francese ha trovato la morte durante la notte nel aprile 2002 per aver smarrito il cammino per Roncisvalle. Ecco i motivi